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Si è concluso con un’intensa serata all’Arci Bellezza di Milano il tour europeo You and I Are Earth di Anna B Savage. L’artista britannica ha regalato al pubblico italiano un concerto di rara intensità emotiva. Vista qualche mese fa di spalla a St. Vincent, in solitaria, solo voce e campionamenti, non aveva convinto, anche per la scarsa attenzione del pubblico per gran parte fuori contesto. Invece, in uno spazio raccolto e intimo, perfettamente in linea con la delicatezza e la profondità della sua musica, Anna ha proposto una scaletta che ha attraversato tutto il suo percorso artistico e fin dall’apertura di “Corncrakes” si è subito capito che con un gruppo alle spalle (basso, chitarra, batteria e tastiera/chitarra) la situazione era proprio un’altra. L’attenzione ai particolari, la profondità del cantato, la voce mai stanca o cedevole, tutto era pronto per una serata emozionante.

Brani come “I Reach for You in My Sleep” hanno immerso in un’atmosfera quasi ipnotica, sospesa tra confessione e sogno. Visibilmente commossi, non solo gli spettatori, ma anche i musicisti sul palco: era palpabile la loro consapevolezza di vivere un momento speciale, di chiudere un cerchio. Questa emozione ha trovato una sintesi perfetta nei brani più toccanti della serata, tra cui “Talk to Me” e “Lighthouse”, dove le voci e gli strumenti si sono intrecciati in un equilibrio fragile ma potentissimo. Non ha dimenticato il legame con la terra adottiva, quell’Irlanda che le ha portato l’amore e le tante amicizie, il senso di comunità e di fiducia negli altri come in “Mo cheol Thú” o la trascinante “Donegal”.

La conclusiva “The Orange” (“la prima canzone ‘vera’ che ho scritto”, ha confessato) ha concluso la serata con una forza emotiva travolgente, lasciando il pubblico in un silenzio carico di gratitudine. Dalla setlist ha lasciato sorpresi la mancanza di “The Ghost”, il suo brano più famoso, ma non importa: alla fine di una serata del genere si può solo ringraziare Anna e quello che ha portato sul palco, dimostrando di essere un’artista capace di raccontare le fragilità umane con una sincerità disarmante, e questa ultima tappa milanese ne è stata una prova toccante. Un concerto che resterà nel cuore di chi c’era.