KHALID, “Free Spirit” (RCA, 2019)

Nel calderone di nuove promesse, ogni anno c’è un minorenne/neomaggiorenne pronto in rampa di lancio, il cui razzo missile alle volte raggiunge l’orbita, alle volte no.
Khalid aveva già lanciato la sua prima navicella in orbita con “American Teen”, disco adolescenziale con ottimi spunti e quei beat definibili dalla rete “da soundcloud”, con le sue pecche ma quei ritornelli che ti si stampavano in testa.
Free Spirit è la sua nuova prova dove il giovane cantante, cresciuto nell’età e smussato negli angoli per essere adattato ad una produzione in pieno stile americano.
I cuori spezzati vengono sostituiti dalla voglia di solcare le highways e il mediometraggio diretto da Emil Nava affiancato al disco ne conferma le intenzioni di posizionamento in quella fetta di mercato composta da fan di Into the Wild e in preda alla classica crisi post-adolescenziale.

I temi corrono di pari passo con le atmosfere. Se prima il mood da young, dumb and broke era il leit motif di American Teen, ovvero quei teenager che non riuscendo ad esprimersi a parole, dovevano farlo con una canzone, adesso stiamo vivendo la maturità di un artista che ha fatto della sua voce e delle sue parole il tratto distintivo, senza però usarla in modo sfrontato, ma facedola risaltare sopra a beats non del tutto elettronici con accenni chitarristici, quasi a rimarcare l’appartenenza al mondo del soul ma ad indicarci la sua età anagrafica.

Il problema di tutta questa pulizia è proprio l’eccesso di essa.” Free Spirit” ha pochissime tracce che spiccano come poteva farlo “Location. Scorre fluido senza interruzioni, con tutti i crismi di una produzione su cui si è deciso di investire, ma forse, le idee dell’artista non riescono ad imporsi e a differenziarsi rispetto a quelle dei produttori, i quali buttano in quest’opera artisti come John Mayer o Father John Mysty, co autore della ballad “Heaven”.
Tutto sembra al suo posto, i richiami agli anni ’90, al coast to coast e al passaggio che prevedono i 21 anni. Ma allora perché questo disco non riesce ad entrare nei cuori come la prima prova dell’artista? Forse appunto per la maturità conseguita, per quella normalità che con il passare degli anni ci fa risultare sempre più noiosi alla vista dei più giovani.

58/100

(Riccardo Ricci)