Way Out West 2018, Göteborg (day 1)

“Sarà che in Svezia si sta bene, sarà che il Way Out West è diventato ormai, da 5 anni, quasi una seconda casa, ma eccoci di nuovo qua. La line-up di quest’anno non delude, ce n’è un po’ per tutti i gusti.
Il primo giorno, giovedì, è per i palati più rockettari, con qualche perla pop ed hip-hop sparsa qua e là. Nonostante la sfiga con l’hotel e i check-in tardivi, arrivo in tempo per Jorja Smith, inglesina, che dall’alto dei suoi 21 anni ha già collaborato con giganti come Drake e Stormzy. Colpisce per la sua eleganza e il pubblico apprezza molto. Si passa quindi ad un’altra ondata di girl power un po’ meno pop, che vede alternarsi prima la dea St. Vincent, catapultata sul palco a pomeriggio inoltrato, col suo vestitino di latex, il rossetto sbavato dopo il primo pezzo e i suoi incredibili virtuosismi con la chitarra, seguita poi da una delle regine degli anni ’70, Patti Smith. La scaletta di grandi classici e una ‘Because The Night’ intonata al tramonto fanno commuovere anche un cuore di pietra come me. Charlotte Gainsbourg prova a seguire le orme del padre, col suo pop cantautorale tres chic, ma ahimè, per quanto mi riguarda, meglio come attrice. La serata invece è all men. Iggy Pop, una delle colonne portanti del punk, nonostante l’età continua ad essere una molla sul palco. Salta, canta, manda a quel paese noi poveri fotografi, si butta in transenna, fa il bullo col pubblico. Vecchio o no, è sempre uno spettacolo divertente, mai ridicolo. Nel frattempo, i Brockhampton, la boy-band del futuro, aizzano gran parte dei ragazzini svedesi più giovani col loro pop-rap infuocato. Arrivano quindi gli attesissimi headliner della serata, gli Arctic Monkeys. Il bel Alex Turner, sbarazzatosi del look a la John Lennon e ripresa finalmente in mano la chitarra (che però fa un po’ le bizze dopo il quarto pezzo) scuote gli animi, insieme ai suoi compagni, con tutti i classici dei dancefloor indie anni 2000.
Dopo un’Uber peripezia, dal parco concludo la serata al Bananpiren, uno degli ormai posti cult dello Stay Out West. I Superorganism tra tastierine e coristi super-divertenti fanno ballare tutti, anche il più ostico degli svedesi, Chelsea Wolfe, come sempre, da la sua elegantissima buonanotte dark. Sulle note di Yungblud riparo a letto, che ‘domani è un’altra bomba’. ”