DEATH GRIPS, “Year Of The Snitch” (Third Worlds, 2018)

Dopo tutti questi anni non riesco a capire se alla fine ho trovato o meno un senso per i Death Grips. Ho adorato “No Love Deep Web” dal primo ascolto, li ho seguiti con più o meno costanza, piazzo le tracce di “Fashion Week” in ogni playlist da festa dal 2015 ad oggi, ho animato i risvegli domenicali di mio fratello con “Steroids”. Ma, alla fine, cosa ci vogliono dire i tre pazzerelli idoli di ogni ragazzino edgy che infesta Reddit?

…non lo so. Anzi, un’idea ce l’ho, e penso che una chiave di lettura sia proprio la copertina di quel “No Love Deep Web” che ancora oggi è avanti anni luce. O forse solo fuori dal tempo?

Tutta l’opera dei Death Grips è una grossa trollata della musica ‘da intelligggenti’, esplorazioni fine a sè stesse del suono e delle sue possibilità, uno dei pochissimi gruppi punk che valga la pena di questi tempi. Certo, vanno approcciati con una serissima ironia ma d’altronde nessuno si dovrebbe aspettare chissà cosa. Qui siamo nell’ambito di ottima musica ‘di consumo’ per una nicchia più o meno grande e per questo deve essere valutata.

Andando nello specifico MC Ride e soci ci danno un bell’aiutino per la comprensione del disco, che parte in quarta con uno dei pezzi più friendly del disco, “Death Grips is Online”, che poi è anche il concentrato di tutto quello che si può trovare nel disco: aperture melodiche, ritmiche ossessive, urlacci e strofe simil glitch hop.

Poi, che dire, è quello che ti aspetti da un disco dei Death Grips (anche perchè effettivamente diverse tracce erano uscite nei mesi precedenti all’uscita) e quindi un sacco di batterie veloci un sacco di synth gli urlacci già evocati prima e quant’altro con annessi visual fuori di testa. Tutti i motivi per cui si amano (o odiano a seconda di chi legge) i DG.

Inseritelo nelle vostre playlist ed ascoltatelo nei sottofondi dei vostri momenti liberi: è probabile che  nessun pezzo in particolare vi rimarrà legato nei mesi a venire, ma allo stesso tempo “Year of the Snitch” è un disco (senza pretese) che si fa ascoltare decisamente meglio di tanti altri con la puzzetta sotto al naso.

72/100

(Matteo Mannocci)