AA.VV., “Well I’m Just A Modern Guy” (Ant Work, 2014)

avatars-000071006816-eusnj9-t500x500“Well I’m Just A Modern Guy” è una produzione Ant Work che raccoglie alcuni dei migliori artisti emiliani contemporanei sotto il segno del Glam Rock anni ’70. Vuole essere “un tributo alla rilucente e irripetibile bellezza delle rockstar di quel periodo” e certamente è un prodotto di valore, con alcune versioni che se la giocano con le originali e davvero poche quelle che rimanderei a settembre, solo per mero opinabilissimo nonché capricciosissimo parere del sottoscritto.

Saltano “all’orecchio” la folta presenza di voci femminili e di canzoni di Lou Reed. Tra i tanti nomi coinvolti nella realizzazione dell’album sottolineo gli special guests, anche perché protagonisti dei momenti migliori della raccolta. Ecco a voi un evergreen della chitarra elettrica del calibro di Mel Previte (forse il migliore dei gregari del Ligabue a cavallo del grande successo di “Buon Compleanno Elvis”) in una funkeggiante “Suffragette City” dell’Oscar Abelli Quartet, e l’incredibile voce di Laura Loriga a guidare una cover di “Criminal World” dei Metro da massimo dei voti e a firma Portfolio, from Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia).

Questi forse gli apici, il resto è comunque da favola: riproposti titoli come “Hot One”, “Science Fiction” e “Perfect Day” dal chiaro immaginario tra romantico e cinematico. Partenza al fulmicotone, sabbathiana, con “Get It On” dei parmigiani Shinin’ Shade; poi vengono “Nightclubbin'” degli Evil Twin minacciosa al punto giusto ed un’irriconoscibile “School’s Out” di Alice Cooper realizzata da Nicola Setti con il computer di casa. “In Every Dreamhome A Heartache” è un altro interessante esperimento proiettato al futuro ad opera dei CRWDS mentre “Il Crollo dei 48” vive sul livello della parodia, non so quanto totalmente apprezzabile. “Lonely Planet Boy” dei New York Dolls in salsa indie-folk, conquista solo a metà; al contrario, la “Baby’s On Fire” proposta dai Magpie è ardita, un mantra dal retrogusto berlinese, dove è stata appunto mixata.

Chiusura affidata al nome più altisonante tra i presenti, quello dei sassolesi Julie’s Haircut, catturati dal vivo al Cinema Teatro Eden di Carpi ad inizio 2010. E a Violante Placido il compito di “recitare” l’ennesimo inno del newyorkese del rock e sempre da “Transformer”, “Make Up”. Applausi a fine esibizione, gli stessi che merita la compila “Well I’m Just A Modern Guy”.


72/100

(Matteo Maioli)

11 giugno 2014