I BREAK HORSES, “Chiaroscuro” (Bella Union, 2014)

ibreakhorses_chiaroscuroQuasi tre anni fa questo misterioso duo svedese era venuto fuori con due brani di shoegaze fatto su misura per gli appassionati più romantici del filone. Freddo, atmosferico etereo e dal respiro contemporaneo. Una sorta di risposta scandinava alle idee di M83. Due pezzi micidiali come “Winter” e “Hearts” e poi l’album di cui il secondo dei due estratti dava il titolo. Disattende in parte le aspettative di chi aveva gridato il miracolo, ma la voce tipicamente algida e svedese di Maria Linden riesce a rompere il ghiaccio dei cuori meno caldi.

In questo secondo LP, “Chiaroscuro”, uscito sempre per Bella Union, Mary cerca di diventare una cantante più o meno pop. “You Burn” che apre il disco è roba da Fever Del Rey. Pensate a un ineffabile mostro mutante che trasforma Fever Ray, il progetto solista della sua concittadina Karin Dreijer Andersson (The Knife), in Lana Del Rey. Meglio quando la Linden si traveste da nordica controfigura di Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins. Il risultato è una rilettura con le sonorità più o meno cool di oggi di un classico come “Treasure”, fatto trent’anni dopo con tutte le innovazioni e i nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia. Basta ascoltare “Faith” e “Ascension” per capire subito l’andazzo.

Qualche beat sbarazzino li porta un po’ più a nord dalle parti dei Royksopp. Molto più che dai panorami retrò di The Knife versione synth-pop degli albori. Roba che viene inevitabilmente fuori in “Denial”, ma le coordinate di riferimento sembrano ancorate alle fredde suite degli Ultravox più che al pop distorto di “Hearts”. Il retrogusto gotico diventa gusto vero e proprio in “Medicine Brush”. Il suono ne esce fuori puro e filtrato dalle impurità chiassose che avevano segnato le parti migliori dell’esordio.
Potenziale pop ce ne sarebbe, ma Maria non vuole mai calcare la mano. E mancano quelle melodie killer che hanno fatto sfondare le sue colleghe Sky Ferreira o Lauren Mayberry dei Chvrches. Così tra echi dai ghiacci e riverberi i brani funzionano più da sottofondo.

Ah, se ve lo foste chiesto, le chitarre sono sparite.

61/100

(Piero Merola)