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Jesus And Mary Chain versus Anastacia: non è uno scherzo
Al Parco delle Caserme Rosse di Bologna, mercoledì 16 Luglio 2025, c’è fermento. Arrivando insieme all’ottimo Samuele Conficoni, con difficoltà visti gli infiniti lavori che coinvolgono la zona di via Corticella, notiamo parecchia gente seduta ai chioschi e musica – a volumi elevati, pop, quasi fosse suonata a “Amici” – che giunge dal palco Sequoie, quello che ha ospitato a metà giugno i Fontaines D.C. e ultimamente i Baustelle. Riconosciamo “I’m Outta Love”.
Solo l’indomani capirò che stava suonando Anastacia. Il suo live deve essere stato a metà nell’orario previsto di inizio dei Jesus And Mary Chain (le 22, aggiornato poi alle 22.30 via social) così che si è stati obbligati ad aspettarne la fine. Oltre a ciò la location preposta al BOnsai, la nostra, risulta divisa in due con una transenna a evidenziare la (famigerata?) zona pit: peccato che si parli di una decina di metri dal palco per un’area che conterrebbe, piena, sulle ottocento persone. E per i fratelli Reid se ne presentano meno della metà. Tuttavia la differenza di biglietto è di 8 euro, senza prevendite. Tempi moderni.
Una lista di brani esaltante che pesca dall’intera carriera
I Jesus And Mary Chain si presentano in formazione a cinque con Scott Von Ryper, secondo chitarrista, Mark Crozer al basso e, dietro alle pelli, Justin Welch (già con Suede e Elastica). Il blues ipnotico venato di Suicide di “Jamcod”, da Glasgow Eyes, apre le danze, mentre i ritmi si impennano su “April Skies” e “Far Gone And Out”, pezzone da Honey’s Dead del 1992. “Happy When It Rains” scatena il primo boato tra gli spettatori, ma questa volta Darklands non monopolizzerà la scaletta come all’Alcatraz di Milano nel 2021, dividendosela piuttosto equilibratamente con gli altri lavori classici degli scozzesi.
Suonano efficacissime anche le nuove “All Things Pass” e “Chemical Animal”, mentre per “Some Candy Talking” William Reid attiva il pedale alla Dinosaur Jr creando un turbine di potenza e rapimento (avrebbe dovuto farlo più spesso durante la serata, ad esempio su “In A Hole” e “Never Understand”, ma amen). Si avvicendano una serie di brani uno più bello dell’altro, da “Nine Million Rainy Days” gemma da Darklands a “Head On”, portata alla ribalta dai Pixies e manifesto del lato più college radio della band; “Venal Joy” è l’highlight con “Amputation” dell’ultima fase di carriera, opener di Glasgow Eyes e foriera di quell’electro-rock made in Britain che unisce Primal Scream, The Chemical Brothers e i Kasabian del debutto.
“Blues From A Gun”, “Sidewalking”, titoli mitici che hanno portato l’underground nel mainstream, o almeno qui in Italia nei locali che traboccavano di entusiasmo per il grunge e appunto l’indie d’oltremanica. Ma i JMC ci regalano molto altro, una ballad in stile Paisley Underground come “Sometimes Always” eseguita con la modenese Sara Ammendolia, in arte Her Skin, il noise-pop della signature song “Just Like Honey” e le vibrazioni madchester di “Reverence”, bis stratosferico che manda tutti a casa esaltati da una performance generosa e con canzoni stupende da fissare nella testa e nel cuore.
Jim e William Reid, fratelli agli antipodi?
Un’ultima considerazione su Jim e William Reid, pilastri della sigla Jesus And Mary Chain: Jim un frontman meraviglioso, che sembra essersi migliorato negli anni per voce e interpretazione. In giacca elegante potresti trovarlo imborghesito ma il carisma è quello di sempre, ammaliante. William mi lascia più di un dubbio: fa il necessario, anzi a volte sembra rudimentale negli assoli, sbaglia l’intro di “Just Like Honey”. Pulito e meno selvaggio. Tuttavia solo per avere scritto con il fratello pezzi di storia del rock’n’roll gli siamo grati (e in debito). Lunga vita ai brothers, tanto a Manchester quanto a Glasgow.
La scaletta dei fratelli Reid al BOnsai:
Jamcod
April Skies
Far Gone and Out
Happy When It Rains
All Things Pass
Chemical Animal
Some Candy Talking
Cracking Up
Nine Million Rainy Days
Pure Poor
Head On
Venal Joy
Blues From a Gun
Sidewalking
Between Planets
In a Hole
Sometimes Always (feat. Her Skin)
Just Like Honey (feat. Her Skin)
I Hate Rock ‘n’ Roll
Never Understand
Taste of Cindy
Reverence
Foto di Teresa Fabozzi
Video di Samuele Conficoni