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#Thanks4AllTheFish! #T4ATF!
Quattro fresche uscite con un solo minimo comune denominatore: la voglia di sperimentare.
Monde Ufo, “Flamingo Tower” (Fire)
Il Monde di Ray e della sodale Kris Chau continua a girare avvolgendoci di incanto e stupore. I losangelini arrivano al terzo disco forti dell’ingresso in casa Fire Records, e se da un lato hanno smussato alcuni dei tratti più ostici della loro musica, dall’altro gli è concessa la possibilità di farsi notare da un pubblico maggiore – nonostante confesso che reperire un vinile di Flamingo Tower in quel di Londra non è stato semplice. Il melange di generi è ancora una volta vincente, dalla psichedelia barrettiana di “No Sight Screening” alla tropicale (e cinematica) “119” passando per l’avant-jazz à la International Anthem di “Ave Tascam”, i Monde Ufo non sono mai stati così vicini alla forma canzone.
David Grubbs, “Whistle From Above” (Drag City)
Lo straordinario musicista e autore di pagine indelebili di storia con Squirrel Bait, Gastr Del Sol e Codeine ha pubblicato un nuovo album per Drag City, Whistle From Above, con le collaborazioni tra gli altri del batterista Andrea Belfi (Carla Bozulich, Stefano Pilia) e del trombettista avant-garde Nate Wooley. Qui la parola ordine è post-rock, o meglio post-tutto, in un viaggio dei sensi che attraversa quarant’anni di meraviglie tra un Laughing Stock e un Field Of Reeds, grazie a pieces per pianoforte (“Hung In The Sky Of The Mind”), landscapes glaciali (“The Snake on Its Tail”) e drone chitarristici (“Poem Arrives Distorted”).
Moreish Idols, “All In The Game” (PIAS)
Il quintetto di base a South London guidato dai chitarristi Jude Lilley e Tom Wilson Kellet ha attirato dopo un paio di EP l’attenzione di Dan Carey, che ne produce il full-length di debutto All In The Game. Colpisce in particolare una qualità più unica che rara nell’esecuzione degli undici brani, quasi suonassero insieme da decenni: influenze chiare i Radiohead degli oughties ma pure i Hood con il loro afflato da viaggio metropolitano, per non parlare di Elliott Smith, Pavement e Sparklehorse (musica intimista e sfuggente al tempo stesso). Non aspetto altro che di vederli dalle nostre parti – se ci sei, Covo… – a suonare “Railway”, “Acid” e “Dream Pixels”.
C+C=Maxigross, “Nuova Era Oscura Vol.1” (Dischi Sotterranei)
Ѐ uscito lo scorso 28 marzo 2025 il nono lavoro del collettivo musicale veronese. Che ha accolto due nuovi elementi: la cantante Anna Bassy e il pianista sperimentale Luca Sguera, a dirigere le sonorità dei C+C=Maxigross verso lidi jazz e rumoristici. Un ciclo di dodici favole post moderne, raccontate coralmente attorno a un falò immaginario per attraversare la notte oscura di cui non si vede la fine, come l’epoca disturbante che stiamo vivendo. Ci troverete funk psichedelico (“Aurora”, “Partiti Soli”), mantra corali (“Nuova Era Oscura”) e italo new-wave (“Diavolo Nero”). Scritto da Tobia Poltronieri e Niccolò Cruciani, masterizzato a Chicago da Carl Saff.
Foto dei C+C=Maxigross: Press Is More
(Matteo Maioli)