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Nel 1998 l’etichetta milanese Easy Tempo pubblica la raccolta The Future Sound of Lesiman, una compilation che propone una selezione di brani provenienti da alcuni dei dischi di library music editi dalla Vedette Records di Armando Sciascia: nel dettaglio si tratta di materiale scritto sotto lo pseudonimo di Lesiman dal compositore di musica colta Paolo Renosto (classe 1935), allievo di Luigi Dallapiccola, Roberto Lupi e amico, discepolo di Bruno Maderna. Nell’antologia della Easy Tempo sono raccolte tracce appartanenti ai due volumi della serie Here and Now (biennio 73-74) e altri facenti parte del secondo e dal terzo volume della colonna High Tension (volumi usciti tra 73 e 78). Lesiman è un nome che può sembrare enigmatico, in realtà è facilmente decifrabile: racchiude al proprio interno i nomi della figlia e della moglie di Renosto – la sillaba “si” sta per Silvia Schrock-Renosto e quella di “man” per Manuela Borri – ed è un gioco di parole, probabilmente una traslitterazione scherzosa di lazy man come nota lo studioso musicologo Niccolò Galliano nel suo scritto Musiche per l’immagine e l’immaginazione. Uno studio culturale sui dischi della library music italiana (2022, Università degli Studi di Milano).
L’eredità di Lesiman: il suono library di Renosto nel presente e futuro
A dieci anni dalla morte di Renosto, avvenuta nel 1988 a Reggio Calabria, il lavoro del musicista fiorentino nel campo delle sonorizzazioni pare caduto nell’oblio, almeno così sembra leggendo le note di The Future Sound of Lesiman scritte dalla figlia del compositore: «ad oggi, di Paolo Renosto, si è scritto solo del compositore ‘serio’, pochi al di fuori degli addetti ai lavori conoscono il suo ‘body of work’ di Musica da sottofondo. Credo, solo adesso, di capire che mio padre sia riuscito ad esprimere la sua creatività in modo più libero proprio nella Musica ‘non seria’, in cui metteva all’opera tutto il suo sapiente mestiere e, soprattutto, non si sentiva giudicato». Se si parla di musica campionata qualcosa comincia però a muoversi già un anno prima dell’uscita della compilation della Easy Tempo: nel 1997 “Sbarramento” (da High Tension Vol. 1 del 73) viene campionato nel pezzo di Kaos One, “Quando vengo a prenderti” (produzione di Neffa). Il suono di Lesiman sembra quindi – per vie traverse – continuare a vivere e per certi aspetti è pienamente proiettato nel presente e nei primi anni duemila lo sarà sempre di più: tanti i brani usati come sample dalla scena hip hop italiana e americana. “Playcar” viene campionata nel 2004 in “Non Farò Mai” ¹ degli Uomini di Mare (Fabri Fibra e DJ Lato) e omaggiata da Madlib ² nel suo progetto jazz Sound Directions per l’album The Funky Side of Life (2005). “Trepido E Ilare Giorno” campionata in “Dall’alba Al Travocco” (2001) di C.U.B.A. Cabbal ³ feat. Eko (prod. DJ Iena) e “Ombre Opposte” utilizzata come sample in “Frankie Lymon” (2016) di Westside Gunn & Conway the Machine. Questo uso di composizioni di Lesiman per il sampling non sorprende però, anzi: le produzioni library pubblicate dalla Vedette Records a nome Lesiman hanno generalmente un suono ben definito, si distinguono dalle sonorizzazioni uscite a nome Renosto per etichette come la Dischi Montecarlo (“Antica Miscellanea 1” e “Antica Miscellanea 2”), la Leo Records (la collaborazione con Antonio Ricardo Luciani “Musiche per un Film” e “Guitar from Italy”) o per la casa editrice Forma Edizioni Musicali ⁴ di Romano di Bari (“Cronos” del 1975, le sperimentazioni con Romolo Grano di “Civiltà Sepolte” del 1976). Sono caratterizzate da un’ambientazione sonora suggestiva, alle volte quasi cinematografica, d’altronde Renosto frequenta il mondo della composizione della musica da film, è sia autore (è il caso della colonna sonora di Irene Irene del 1975) che collaboratore ⁵.
Il percorso musicale di Lesiman incrocia le strade del funk (si senta “Cerchio Doppio”), del jazz e della psichedelia (difficile non pensare a un pezzo come “Boxes”, composto da Lesiman per il disco G.L.P. 1002 dei Marc 4 uscito per la serie della Nelson Records nel 1970).
In più, in anni più recenti, il cerchio della (ri)scoperta sembra essersi definitivamente chiuso con i Calibro 35 che, insieme agli Esecutori di Metallo su Carta, nel 2017 dedicano un lavoro restrospettivo a Lesiman, Lesiman, in arte Paolo Renosto (pubblicato dalla 19’40” nel 2019): oltre a riproporre i brani, ricordano anche l’anima di musicista “colto” di Renosto grazie all’esecuzione di composizioni come “Presenza Nr. 2, per clarinetto solo” e “Per Marisa T. Pianista, per pianoforte”. Enrico Gabrielli dei Calibro 35, ancora oggi, sottolinea la doppia anima di Renosto: «un compositore che ha avuto varie vicissitudini: formazione classica, […] molto affascinato dalla alea, quella alea che aveva portato John Cage, insieme a compositori come Partch, Cowell. Ed era non lontano da Glass, da Moondog, da un mondo di compositori – in realtà – molto fertile in quell’epoca nel nuovo mondo, così Luciano Berio chiamava l’America. […] Operava in campo duplice: musica colta […] e musica di consumo».
Note
¹ « […] Playcar which was sampled by rapper Fabri Fibra […]» dalle liner notes scritte da Stefano Gilardino per la ristampa della Schema Records in CD/vinile del secondo volume di Here and Now
² La library music italiana sembra essere apprezzata da Madlib: «The prolific producer Madlib was one of the first to sample an Italian library record for a large audience, on his 2000 album as Quasimoto, “The Unseen”», Lorenzo Fabrizi (Sonor Music Editions) racconta al New York Times di quando nel 2000 Madlib campiona un disco library italiano in “The Unseen” . In “Real Eyes” compare un sample di “Accadde a Bali” di Arawak (Benito Simoncini).
³ C.U.B.A. Cabbal si serve delle basi fatte dai vari beatmakers, la produzione di “Dall’alba Al Travocco” (2001) è di DJ Jena e sembra contenere un sample di “Trepido E Ilare Giorno” .
⁴«I brani di Paolo che ho edito in quegli anni sono ancora oggi nel catalogo della mia casa editrice e costituiscono un ottimo esempio di musica di qualità al di fuori dal tempo. Si fecero molte cose insieme in quel periodo di grande effervescenza creativa, anche perché ormai era stato scoperto il ‘filone’ italiano della musica di commento che si era rigogliosamente sviluppato attraverso tanti musicisti dell’epoca e anche di nome, appunto come Paolo Renosto» : ricordo di Romano di Bari raccolto nel volume volume per Paolo Renosto (2013, LIM) a cura di Alessandro Mastropietro (pag. 181).
⁵«Collabora con compositori da musica da film, tra cui Francesco de Masi, Armando Trovajoli e Piero Umiliani, sia come autore che come arrangiatore-orchestratore»: virgolettato dalle note biografiche scritte dalla figlia Silvia Renosto per il – già citato – volume per Paolo Renosto di Alessandro Mastropietro (pagg. 194-195). Lo stesso Mastropietro catalogando le opere di Renosto dedica una sezione alla produzione musicale funzionale del compositore fiorentino e menziona le varie partecipazioni di Renosto alla stesura di diverse colonne sonore, molte delle quali composte da Francesco de Masi (per es. La montagna di luce, Un angelo per satana, La morte viene da Manila, La lama nel corpo) e da Coriolano Gori (per es. Come rubammo la bomba atomica, Quel maledetto giorno d’inverno… Django e Sartana… all’ultimo sangue!).
(Monica Mazzoli)