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Registrato nel 2014, stesso anno in cui usciva Faces, Balloonerism è un progetto di Mac Miller che per molto tempo è stato considerato un “album perduto”. Le voci sulla sua esistenza infatti circolavano da tempo: alcuni titoli e alcune tracce non ufficiali erano comparse online nel corso degli anni, soprattutto su Reddit e SoundCloud, alimentando la curiosità dei fan. Anche diversi collaboratori di Mac avevano rivelato alcuni dettagli sulla sua realizzazione. Tra questi, un amico di lunga data, Quentin Cuff, lo aveva nominato nel libro The Book of Mac di Donna-Claire Chesman, spiegando che Balloonerism era nato durante il periodo in cui Mac lavorava a stretto contatto con il produttore Josh Berg a Los Angeles.
“Mac e Josh [Berg] passavano tanto tempo insieme nello studio sotterraneo di casa sua a Los Angeles. Creavano suoni molto strani, bizzarri, fuori dal comune. C’è quell’album, Balloonerism, che probabilmente è stato registrato prima di Faces. Molti brani dovevano finire su Faces, ma poi Balloonerism ha preso vita propria. In quel periodo, Mac stava lavorando su tantissimi progetti”.
Ma cosa stava succedendo esattamente a Mac Miller in quel periodo?
Un momento di grande cambiamento e sperimentazione
Nel 2012, Mac Miller si trasferisce a Los Angeles, dando inizio a una nuova fase più sperimentale e creativa della sua carriera, caratterizzata dalla ricerca di sonorità psichedeliche e influenze jazz. La sua casa nel quartiere di Studio City diventa il fulcro di questa trasformazione: la camera viene convertita in uno studio di registrazione, rinominato The Sanctuary, un luogo sacro che diventa rapidamente un punto di ritrovo per una vasta cerchia di artisti.
Tra questi Earl Sweatshirt, Vince Staples e ScHoolboy Q, con cui Mac stringe un legame di amicizia particolarmente forte, oltre a Tyler, the Creator, Kendrick Lamar e SZA tra i tanti. Tutti più o meno emergenti all’epoca, ma destinati a esplodere a livello globale nel giro di pochi anni. Il primo progetto che riflette questa svolta è il mixtape Macadelic (2012), che segna un netto distacco dalle atmosfere più leggere e vivaci di K.I.D.S. (2010) e Blue Slide Park (2011), per abbracciare temi più profondi e introspettivi. Nel 2013 arriva Watching Movies with the Sound Off, un album che sorprende critica e fan, consacrando Mac come un artista maturo e complesso. Nel frattempo, Mac comincia a esplorare diverse sfaccettature della sua personalità attraverso vari alter ego: Delusional Thomas rappresenta il suo lato più folle, Larry Fisherman è l’alias in veste di produttore, mentre Larry Lovestein dà voce alla sua passione per il jazz, che culmina con l’uscita dell’EP You.
Questo percorso raggiunge il massimo con Faces (2014), uno dei suoi mixtape migliori (per molti il più amato) ma anche tra i più cupi, con sonorità oscure e testi intrisi di riferimenti alla droga, alla solitudine e alla mortalità. Ed è proprio in questo periodo che si colloca Balloonerism, registrato poco prima di Faces e immerso nella stessa atmosfera di intensa sperimentazione e introspezione.
Istantanea di un momento
Essendo vicino al periodo di Faces, l’album riflette chiaramente una fase oscura della sua esistenza, e testi come “Need to let the drugs go, tryna find heaven, I get high but never come close” ne sono la prova più evidente. I temi principali dell’album infatti, restano la droga, la mortalità e la ricerca di un significato più profondo nella vita; elementi ricorrenti che avrebbero continuato a caratterizzare gran parte della sua discografia a venire. A livello sonoro, però, Balloonerism si distingue per un’atmosfera leggermente più luminosa rispetto a Faces. Il sound è arricchito da influenze neo-soul, R&B, psych-rap e jazz, creando un mix che si muove tra sonorità oniriche e sognanti. L’album si apre con “Tambourine Dream”, una breve traccia introduttiva in cui si sente solo il suono del tamburello suonato da Mac. Subito dopo, ci si immerge nella collaborazione con SZA in “DJ’s Chord Organ”. A quanto pare, questa traccia era stata realizzata utilizzando il chord organ del pioniere lo-fi Daniel Johnston. Mac infatti lo aveva acquistato nel novembre 2013 dopo essere diventato produttore esecutivo del film biografico di Johnston, Hi, How Are You Daniel Johnston? grazie a una donazione di 10.000 dollari per la produzione del film. Sempre in quel periodo, la giovane cantautrice SZA aveva appena firmato con Top Dawg Entertainment, diventando la prima donna nel roster dell’etichetta californiana, e si era trasferita a Los Angeles, città che ospitava sia Mac che la TDE. Probabilmente lo conobbe grazie ai suoi compagni di etichetta, ScHoolboy Q e Ab-Soul, e raccontò che lui fu la prima persona che incontrò dopo il suo arrivo in città, andando a casa sua tutti i giorni per registrare. Il risultato della loro collaborazione è un viaggio psichedelico di cinque minuti; una traccia dalla lucidità distorta, perfetta per introdurre l’umore e le sensazioni dell’album.
In generale, Balloonersim è un continuo alternarsi di emozioni. Si passa da “Stoned”, in cui si sente Mac parlare e riflettere su questa ragazza, chiedendole di lasciarsi andare e ascoltare musica, fino a “Funny Papers”, una delle tracce più affascinanti, suonata dolcemente al piano in cui Mac dimostra tutta la sua crescita come cantautore, produttore, e narratore. Un altro momento significativo è la collaborazione con il suo amico d’infanzia Dylan Reynolds, che canta il ritornello di “Manakins”. Non mancano riferimenti alla quotidianità di quel periodo: “Shangri La” e “Rubin’s Piano” richiamano il superproduttore Rick Rubin e il suo studio a Malibu che Mac frequentava in quegli anni. Ma l’atmosfera vivace delle jam con gli artisti che frequentavano “The Sanctuary” è forse lo spirito più autentico dell’album. Questo emerge chiaramente in brani come “5 Dollar Pony Rides”, una traccia neo-soul dal respiro jazz, caratterizzata da una linea di basso di Thundercat, suo grande amico e collaboratore di lunga data. Probabilmente il pezzo più solido dell’album, che incarna la vera essenza di Balloonerism.
Perché non è stato pubblicato prima?
Balloonerism ha visto la luce solo nel gennaio 2025, nonostante fosse stato registrato almeno dieci anni prima. Non ci sono altre informazioni riguardo questa data, se non che si trattasse di un album a cui Mac Miller teneva molto, come dichiarato dalla sua famiglia. Probabilmente, anche la vicinanza al suo compleanno (uscita il 17 gennaio, compleanno il 19) avrà avuto il suo ruolo. Tuttavia, non sorprende che Balloonerism sia rimasto nel cassetto per così tanto tempo e che Mac non lo abbia mai rilasciato in vita. Registrato in un’esplosione creativa di due settimane nel 2014, l’album appare come una raccolta di tracce nate da un clima di pura sperimentazione, frutto di jam session libere e istintive che hanno dato vita a brani estremamente affascinanti ma forse troppo difficili da incanalare in un album ufficiale. Questo è stato in parte confermato anche dall’ingegnere del suono Josh Berg, che ha spiegato come Mac fosse molto selettivo nella pubblicazione della sua musica:
“La mia sensazione è che Mac fosse molto attento a non sommergere le persone di canzoni. Voleva che la gente conoscesse le parole ai suoi concerti, desiderava che i suoi lavori fossero concisi e ha lavorato duramente per raggiungere questo obiettivo. Una volta uscito Faces, il passo successivo era un vero e proprio album rap, e a quel punto penso che fosse passato troppo tempo per tornare indietro.”
Questa riflessione conferma ulteriormente quanto Mac Miller fosse attento ai dettagli nei suoi progetti, dalla loro estetica ai temi, fino alle scelte musicali. Balloonerism, infatti, sembra mancare di quella compattezza concettuale che invece caratterizza maggiormente il resto della sua discografia. La sensazione è che se fosse stato pubblicato all’epoca, sarebbe stato considerato un mixtape piuttosto che un album, un esperimento creativo senza la pressione di doverlo rendere un prodotto coeso. Non a caso, alla fine, a vedere la luce fu il mixtape, Faces, con cui condivideva lo stesso spirito libero e sperimentale.
Ad ogni modo, la decisione di pubblicarlo dopo tanto tempo si è rivelata più che azzeccata. L’album circolava online già da tempo e la sua pubblicazione non solo ha permesso di apprezzarlo nella sua forma ufficiale, rendendolo più accessibile al pubblico, ma ha anche offerto un ritratto autentico di quella fase della carriera di Mac. Balloonerism infatti rappresenta un tassello fondamentale nella sua evoluzione, come artista a tutto tondo. Ma l’aspetto ancora più interessante di Balloonerism è il suo valore anticipatorio: ascoltandolo oggi, si possono riconoscere i semi di quello che sarebbe diventato il punto più alto della sua creatività, il concept e doppio album Swimming in Circles. Alcune tracce sembrano quasi profetiche: in “DJ’s Chord Organ”, Mac canta “Watch the world go ‘round and ‘round, and ‘round and ‘round”, un’immagine che richiama il ciclo infinito di Swimming in Circles. In “Funny Papers” troviamo “Oh, Sweet, sweet oblivion”. Lo stesso Oblivion che nell’album Swimming diventa il nome della seconda parte di “Self Care”. Infine, in “Friendly Hallucinations”, il riferimento è inequivocabile: “In the ocean, get to swimming or drown”.
Progetti perduti: quanti ne ascolteremo ancora?
Con Balloonerism ha visto finalmente la luce uno dei tanti progetti inediti di Mac Miller. Ma quanti altri potrebbero ancora emergere? Considerando la mole di materiale che Mac ha lasciato, non sarebbe affatto sorprendente se in futuro ne venissero fuori altri. Secondo Genius, esistono oltre 250 brani mai rilasciati, un archivio vastissimo che potrebbe riservare ancora molte sorprese. Tra i progetti rimasti nel limbo ci sono lavori come Maclib, ossia la collaborazione con il produttore Madlib, Pink Slime con Pharrell, ‘92 Till Infinity con Jazzy Jeff (e brani inediti con Pete Rock e DJ Premier), The Basement Tapes (registrato nel suo studio The Sanctuary insieme a molti dei collaboratori di quel periodo) e persino un album di Natale con il rapper Cam’ron.
Mac Miller non è più con noi, ma la sua musica continua a raccontare la sua storia. E con così tanto materiale ancora nascosto, probabilmente è solo questione di tempo prima che un altro di questi “progetti perduti” riemerga dall’ombra.