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Whatever, disco breve è il nuovo album della band fiorentina God Of The Basement, il primo in lingua italiana, in uscita oggi 7 febbraio 2025 per Stock-a Production. La band ha per l’occasione selezionato appositamente per Kalporz le 7 ispirazioni di questo lavoro, condividendole con noi e con i nostri lettori.
«Il titolo dell’album, Whatever, disco breve, riflette con ironia la realtà contemporanea, in cui la musica viene spesso consumata nei ritagli di tempo, in maniera frammentaria, se non distratta. GOTB risponde alla sfida dell’ascolto con un lavoro conciso, della durata di circa mezz’ora». L’attitudine è punk-rock nello sposare la causa del “less is more”, con piglio maggiormente ruvido rispetto al passato e ciononostante sempre ludico. Whatever, disco breve è stato concepito per essere fruito dall’inizio alla fine, mantenendo alta la soglia dell’attenzione ma anche lasciandosi andare perché, alla fine, “chi se ne frega”.
«Whatever, disco breve si basa sul legame tra uomo e macchina: un concetto che ha guidato l’intera realizzazione del disco». Su un terreno dominato da drum machine e bassi ossessivi si innestano voci narranti e chitarre dal taglio aggressivo e fulmineo. Ogni traccia contribuisce a creare un affresco oscuro, denso di emozioni, in cui la tensione tra i due poli, quello elettronico e quello umano, è ben palpabile, in un mix di alt-rock, crossover, dub, drum and bass e molto altro ancora. I testi sondano temi universali attraverso parole che oscillano fra introspezione, critica sociale e considerazioni esistenziali.
Le 7 ispirazioni di “Whatever, disco breve”
1. L’isolamento, l’esilio
A volte questa pratica viene descritta negativamente, ed è giusto sotto molti aspetti. Ci sono momenti in cui è necessario fare i conti con se stessi e impegnarsi per comprendere e accettare la propria condizione di vita. Tutto ciò non può durare molto a lungo, è necessario compensare, il rischio altrimenti è quello di raggiungere un grado di delirio talmente personale da diventare incomprensibile, difficile da comunicare e condividere. L’obiettivo auspicabile è usare questo tempo in maniera artisticamente produttiva e realizzare un’evoluzione.
2. Il vino rosso
Per il sostegno dato durante le sessioni più complesse e il suo naturale trasporto verso la rivelazione della verità. Pozione magica che con le sue molteplici varianti è in grado di stimolare i sensi in modi sempre diversi. Bevi responsabilmente, non come noi.
3. “Amen, Brother” break
Dove parte di tutto ebbe inizio. Si tratta infatti di un break di batteria della durata di 6 secondi registrato nel 1969, il brano è “Amen, Brother” della soul band The Winstons. Questo è uno dei sample più utilizzati della storia e il suo suono iconico ha contribuito alla nascita di generi come la drum’n’bass. Si può riconoscere in diversi brani del nostro album, più o meno “lavorato” e in purezza.
4. La musica triste (Nick Cave e la sua discografia)
Una zona sicura dove in tutta calma puoi abbracciare le profondità dei tuoi lati oscuri e lasciarti cullare da tutto ciò che ti devasta. Senza sprofondare. Una terapia che cura la tua anima malconcia, la voce guida del reverendo e la musica che sostiene i suoi riti. Come assistere a una lunga confessione e di riflesso rivelare i tuoi peccati. Tutto ciò è da sempre grande fonte d’ispirazione.
5. Un cammino di un mese
Il silenzio, camminare in solitudine, è un momento sacro in cui dedicarsi all’ascolto del proprio corpo e dei propri passi, per giorni e giorni. Poi d’un tratto, nel bel mezzo di un bosco, sentire delle campane in lontananza.
6. San Benedetto
Il santo rappresentato in copertina. Una sera è apparso casualmente sulla grafica di una lattina di birra. Il suo sguardo verso il cielo sembrava pronunciare qualcosa come: “Whatever” (= esticazzi). In quell’espressione abbiamo visto non solo la copertina ma anche il mood del nuovo disco.
7. Sleaford Mods
Una band che ci ha fatto capire che, se hai qualcosa da dire, non devi dare troppo importanza alla forma ma appunto a cosa hai da dire, in pieno stile “Whatever”.

BIOGRAFIA
I God Of The Basement sono attivi dal 2016. Il loro sound è un’esplosione di ritmi serrati, campioni old school, melodie catchy e robusti affondi elettrici, in un’estetica dalle immagini surreali. Il primo EP del 2016, un punto di partenza, ha condotto all’omonimo album di debutto del 2018, a plasmare lo stile eterogeneo della formazione. Il 2021 ha sancito la pubblicazione del secondo album, Bobby Is Dead, che ha affinato e consolidato l’unione tra heavy pop e arti visive raccontando il viaggio di due misteriosi personaggi. Tra 2022 e 2023 sono poi arrivati tre avventurosi singoli inediti: TUM, dalle influenze caraibiche, e Loaded, scritto in collaborazione con i concittadini oodal, sino al notturno e minimale Tale Of A Devil (And A Bar Table), avvolto da un’orrorifica nebbia psych-soul. Adesso Whatever, disco breve.
I God Of The Basement sono Tommaso Tiranno (voce), Enrico Giannini (chitarra e sampling), Rebecca Lena (basso e visual art) e Alessio Giusti (batteria).
Credits
Tutti i brani sono composti dai God Of The Basement
Musica di Enrico Giannini & Tommaso Tiranno
Testi di Tommaso Tiranno
Mixato al Blue Moon Recording Studio da Tommaso Giuliani e Samuele Cangi
Masterizzato al Tea Room Mastering da Niccolò Caldin
Artwork: God Of The Basement
Discografia
GOTB (EP, 2016, Stock-a Production)
God Of The Basement (2018, Alka Record Label)
Bobby Is Dead (2021, Stock-a Production)
Whatever, disco breve (2025, Stock-a Production)
Official site | Facebook | Instagram | Bandcamp | YouTube
Label: Stock-a Production