Charlie Cunningham torna con “Frame”, la nostra intervista

Il preascolto di “Frame” per via confidenziale si consuma a casa. Sento di dovermi mettere comoda, come quando devono raccontarmi un fatto importante e mi metto a cercare una sedia. Non riesco a coglierci un crescendo particolare nella prosodia, e mi dico no, non è necessario che ogni disco debba averne uno. Non so cosa vi aspettiate voi, dal terzo album in studio di un musicista, ma se “Lines” è stato il mio espediente per approfondire Charlie Cunningham, arrivata a “Downpuor” ho la conferma che io e lui ci capiamo.

Quando si presenta l’occasione di fargli arrivare delle domande, mi faccio avanti senza troppi dubbi, ma riconosco la mia fatica a soffermarmi sulle novità che colgo nel sound. Va a finire come quando faccio un saluto ad una persona con cui ho poca confidenza e non riesco a chiedergli realmente come sta. Nel riscontro che ottengo arrivano alcune risposte, ma anche alcune confidenze, e questo mi lascerà di “Frame” un ricordo ulteriormente speciale.

“We are the sum of the competing aspects of our personalities. These songs are conversations between mine. Learning to accept, or even embrace the conflicting parts of ourselves is a matter of self-preservation”, hai detto. Possiamo dire che Frame è frutto di accettazione e auto-conservazione? Hai sempre attribuito un ruolo di centralità alle parole, cosa significano questi due termini per te?
Penso sia giusto dire che questo è stato un aspetto importante. È stato scritto fino al 2020, un periodo molto particolare per tutti noi. È stata anche una serie di sensazioni particolarmente uniche da provare e assimilare. Scrivere queste canzoni è stato probabilmente il mio modo di farlo, o almeno di provarci.

Com’è stata la collaborazione con Rodaidh Mc Donald (The xxx, King Krule)?
È stato estremamente gratificante, Rodaidh ha una ricchezza di esperienza e ha fatto un lavoro così tanto grande nel corso degli anni, che è stato un vero piacere ascoltare i suoi pensieri e le sue idee. In qualsiasi tipo di collaborazione è importante capirsi, la comunicazione è fondamentale. Penso che abbiamo avuto una buona comprensione l’uno dell’altro oltre a quello che entrambi volevamo ottenere.

Qual è stato il momento, non necessariamente legato alla produzione, in cui hai pensato che Frame stesse prendendo la giusta piega?
È incredibilmente difficile da dire, il processo creativo può essere una montagna russa emozionale, un minuto sei pieno di dubbi e insicurezza, il successivo potresti essere a cavallo di un’onda di fiducia e di idee chiare. È importante essere gentili con se stessi e, cosa più importante, abbiate fiducia nel processo!

Title track: in “Lines” (2017) era nascosta nel mezzo, in “Permanent Way” (2019) era in apertura. C’è un motivo particolare per cui oggi scegli di chiudere la tracklist con Frame?
Faccio sempre fatica a venire a capo dei titoli degli album, per questo è stato molto più facile nonostante ci sia una bella quantità di ambiguità legata ad esso, avendo alcune associazioni molto letterali che suonano rilevanti.

Abbiamo notato diverse novità nel sound. Una che sicuramente porterai con te nel prossimo disco è…
Arrivato a questo punto non saprei dirlo. E ciò credo sia positivo.

Quali sono i luoghi in cui avvengono i tuoi ascolti e che supporti utilizzi?
Principalmente in auto, uso ancora un lettore CD, il che sembra una cosa molto nostalgica! Dentro ho circa sei album in heavy rotation. In questo momento c’è Donny Hathaway. Fuori dalla mia macchina ascolto musica praticamente sempre: quando sono in giro, su treni/ aerei ecc. Trovo sia fantastico dare alla vita una colonna sonora.

Un consiglio per chi si approccia alla musica nel 2023…
Ooof, fate attenzione al vostro rapporto con i social media, è uno strumento utile per connettersi con
il vostro pubblico, ma ricordatevi di non soffocare la vostra creatività o la vostra passione per ciò che
state facendo. Ed esercitatevi, continuate ad esercitarvi!

Il tuo tour da headliner prevede diverse tappe in Europa. Lasciami essere sfacciata, come mai non potremo acclamarti in Italia?
Vorrei suonare in Italia! È uno dei miei posti preferiti, ci ho trascorso tre settimane in viaggio dopo aver finito il mio disco, è stato un piacere. Vorrei davvero cercare di fare in modo che accada.

Frame” esce venerdì 31 marzo 2023 via BMG ed è stato anticipato dai singoli So It Seems“, “Bird’s Eye View” e “Starlings” .