L’impegno politico degli Algiers tra rock, hip-hop e elettronica


Algiers, Bronson, Ravenna, 17 Febbraio 2023

Pubblico delle grandi occasioni al Bronson per una delle due tappe italiane (con Pordenone) del tour degli Algiers, a supporto dell’uscita del quarto album “Shook” – 24 Febbraio per Matador.

E a tutti gli effetti i ragazzi di Atlanta non si risparmiano, con la voce di Franklin James Fisher in gran forma e il bassista Ryan Mahan a immergersi in danze sfrenate e contorsioni da ribelle, oltre a fare da controparte al leader. Lo show degli Algiers è guidato dal loro impegno sociale e politico – per le minoranze, black lives matter, contro la violenza gratuita – tra scatti rock, muri elettronici e una doppia batteria con Matt Tong che ricordo dalla militanza nei Bloc Party e il defilato Lee Tesche (chitarra, loops elettronici) a completare l’assetto. Le prime canzoni che li lanciano nella serata, “Irreversible Damage” e “Cry Of The Martyrs”, fanno muovere in una versione più leggera dei Nine Inch Nails o più robusta dei Young Fathers, dove invece “Blood” è votata a un gospel futuristico.

Highlights del concerto una tiratissima “73%” in cui Fisher veste i panni di Mick Collins (Gories, Dirtbombs) con assoli lancinanti e furibondi e “Walk Like A Panther”, forse il miglior pezzo del gruppo da “The Underside Of Power” del 2017, assolutamente evocativa nel caos fornito da Tesche che suona la chitarra con un archetto da violino. Poi cercando il pelo nell’uovo la doppietta finale (“Death March”, “Green Iris”) l’ho trovata pesante da assimilare quanto alienante è sentire tanti feat. “invisibili”, poichè il nuovo lavoro accoglie diversi ospiti, da Zach De La Rocha a Samuel Herring dei Future Islands. Manca infine “The Underside Of Power”, chissà se per assenza di tempo, che avrebbe suggellato degnamente una performance comunque adrenalinica e di impatto emotivo.