JULIA JACKLIN, “Pre Pleasure” (Transgressive, 2022)

Si era fatta notare tre anni fa per l’ottimo sophomore “Crushing”, ora Julia Jacklin pubblica il terzo lavoro solista. Le registrazioni, avvenute a Montreal, hanno coinvolto una serie di nuovi collaboratori tra cui Marcus Paquin (The National, The Weather Station) alla produzione, Tamara Lindeman (The Weather Station) e agli arrangiamenti Owen Pallett (Arcade Fire).

Con questo album la Jacklin continua un percorso attorno al mondo femminile, affrontando temi come il revenge porn, l’autodeterminazione del corpo e l’amore per se stessi.

Da sempre caratterizzata da una narrazione limpida e senza mezzi termini già nel brano d’apertura “Lydia Wears A Cross”, dove Julia si vede a sette anni scolara in un istituto cattolico, dove bimba inerme messa di fronte all’opprimente presenza religiosa, emergono le verità scomode, la fragilità dell’animo e la paura con un testo diretto, melodico e sostenuto da una drum machine incalzante che caratterizzerà quasi tutto il mood di “Pre pleasure”.

Più aperta è la folk “Ignore Tenderness” dove si mettono in dubbio gli atteggiamenti adottati nei confronti della sessualità, molti dei quali sono dettati dalla pornografia, vista come deviazione del piacere: “Vai a metterti del ghiaccio in bocca / lascia che ti schiaffeggino / vai avanti, soffocati” una visione dell’intimo che vede in una rinuncia alle tenerezze e nel sentirsi poco soddisfatti una violazione del proprio io. E’ talmente profondo il pensiero che l’autrice sembra parlare di sé senza mezzi termini.

Meno folkie sono “I Was Neon” e “Love, Try Not to Let Go”, che si potrebbero definire garage rock, brani ben diversi (nelle sonorità) dalle più sommesse e misurate ‘sorelle’, una sorta di liberazione ignorante dei pensieri che affiliggono l’autrice che qui trovano sfogo sempre con quell’appeal pungente nei testi per forza di cose molto semplici.

Torna la franchezza con “Less of a Stranger” brano che parla della relazione madre-figlia, dell’abisso spesso incolmabile tra genitore e figlio/a tanto profondo che la persona a te più vicina può comunque rimanere un estraneo. Una canzone che parla di perdita e accettazione, un equilibrio che la Jacklin trova necessario per sopravvivere.

Acuta è “End of a Friendship” ricca di archi e lirismo: l’autrice si domanda se valga la pena avere tanto amore da dare ma non sapere dove metterlo e disperderlo in inutili tentativi emotivamente non appaganti.

Il fatalismo e l’infatuazione si mescolano in “Too in Love to Die” e “Be Careful with Yourself”, dove l’autrice chiede al suo partner di smettere di fumare in modo che non muoia prima di lei.

Parole crude affiancate a suoni e melodie comunque sempre accattivanti e ricercate che sicuramente renderanno felici i fan della prima ora, perchè “Pre Plasure” è sì molto diverso da “Crushing”, molto più ‘catching’, ma qui siamo davanti ad un’autrice, un’artista che matura e che acquisisce consapevolezza ormai pronta per il salto che le spetta di diritto.

Voto 81/100

(Raffaele Concollato)

foto in home di Nick Mckk (fornita e autorizzata dall’ufficio stampa Spin-go!)