[#tbt] Damon Albarn va a vivere in campagna

La casa di Damon Albarn nel south Devon.

La vulgata relativa a “Country House” dei Blur racconta che Damon Albarn si sia ispirato alla storia del loro discografico David Balfe, che ai tempi era un po’ stressato e si era comprato una casa nel Bedfordshire (“City dweller, successful fella thought to himself / Oops I’ve got a lot of money”). Questo appunto credevo anch’io, prima che – l’altro giorno – l’algoritmo di Google mi proponesse un articolo della Gazzetta di Devon, meglio conosciuta come Devononline, che riporta la notizia che Albarn si era comprato nel 1995 una farmhouse sul mare, nel South Devon, con i soldi del successo di “Parklife” e – avendoci passato il lockdown primaverile – sta valutando se trasferirsi lì stabilmente.

Questo, capirete, cambia tutto. Albarn non parlava del suo manager discografico, la canzone era proprio autobiografica. Semplicemente non lo disse alla stampa, forse un po’ per scaramanzia: “È stata la prima volta che ho avuto dei soldi ed è stata la prima cosa che ho comprato. Per anni tutti mi dicevano che ero pazzo: perché hai comprato questa fattoria sperduta in mezzo al nulla? Ma ora tutti pensano che io sia un genio“, ha dichiarato, rincarando la dose di questa “call of the wild”: “Conosco tutta la gente del posto: il macellaio, il droghiere, il pescivendolo. Ad essere onesti, è proprio lì che mi vedo ora”.

A buttarla in vacca, è il “voglio andare a vivere in campagna” di totocutugniana memoria. A essere invece un po’ più profondi, è tutto normale: a 20 anni si fugge, a 30 ci si perde un po’, a 40 ci si assesta e a 50 anni si ritorna (e Damon ne ha 52). Si torna a cosa? Beh, a una vita più semplice, più a contatto con quello che siamo, ovvero degli esseri viventi, degli animali (un po’) più evoluti. E non è che gli artisti famosi facciano eccezione, anzi, forse loro hanno ancora di più la pressione mediatica e possono trovare sollievo “in campagna”.

Che poi è comprensibile che, dopo essersi fatto diversi mesi a nuotare tutti i giorni nell’Atlantico, il nostro eroe torna nella metropoli per un caffé in un bar di Londra e – come dice il Daily Mail che pubblica le foto – appare “stanco e impaurito”. Nel mondo esce il suo ultimo album con cui ha collaborato (” Song Machine, Season One: Strange Timez” dei Gorillaz) e lui preferisce essere hikikomori. Io personalmente lo capisco, anzi lo imito proprio. E nell’andare in campagna mi sparo “Country House” a manetta cantando a squarciagola:

He lives in a house
A very big house in the countryyyyyyyyyyyy…..

(Paolo Bardelli)