[#tbt] The day that music died?

È dal 5 marzo che il governo, a causa dell’emergenza del Covid19, ha decretato il blocco di ogni tipo di evento culturale e di ogni spettacolo, il primo tassello di una serie di provvedimenti dovuti al continuo e incessanti aggravarsi della situazione. Per noi tutti, che lavoriamo e viviamo di musica, quello è stato the day that music died come cantava Don McLean in American Pie.

Mi è spesso tornata in mente questa frase, in questi giorni di isolamento forzato a causa della quarantena. E così ho rispolverato un vecchio video su YouTube di qualche anno fa. Si tratta di un Lip Dub, a dire il vero uno dei più famosi e belli e commoventi Lip Dub al mondo. Per chi non sapesse cosa sia un Lip Dub, si tratta di un video in cui si sincronizzano immagini e audio e che è caratterizzato dal coinvolgimento di tante persone, da una partecipazione collettiva. Senza mezzi termini, il critico cinematografico e premio Pulitzer Roger Ebert lo definì a suo tempo “The greatest music video ever made”.

Nel video in questione si canta, appunto, American Pie di Don McLean, e a cantarla sono i cittadini di Grand Rapids, città statunitense che in un articolo del gennaio 2011 del Newsweek era stata inserita in una speciale Top 10 delle città morenti d’America. Il Lip Dub è stata la risposta della città di Grand Rapids a questo articolo, coinvolgendo l’intera popolazione, dalle associazioni sportive ai pompieri, dai gruppi di ballo alle scolaresche fino ai cittadini di ogni età, che si sono alternati nel cantare American Pie davanti alla videocamera, in un lunghissimo piano sequenza attraverso le strade della downtown. Il risultato parla da sé e non servono parole per commentarlo: è sufficiente guardare il video per apprezzare la sua bellezza, che è in grado di parlare da sola, senza aggiunte ulteriori, senza descrizioni didascaliche.

La scelta di un brano “oscuro” come American Pie, dove la morte sembra essere un qualcosa di concreto e sempre presente, che trasuda da ogni strofa e da ogni verso, e la scelta paradossale del suo essere cantata allegramente e con gioia da una comunità che vuole mostrare al contrario la sua esuberante vitalità, costituiscono l’anima e il cuore pulsante di questo Lip Dub, di questo piccolo capolavoro. Una canzone sulla morte trasformata in un inno collettivo alla speranza e alla gioia di vivere.

Sarà forse un po’ retorico e scontato, ma in questi tempi di grave disperazione, di panico sociale e di spaesamento collettivo, credo che noi tutti si abbia bisogno non solo di “messaggi positivi” ma di veri e propri “esempi concreti” di positività, quantomeno per trovare la forza di reagire quando verrà il momento (perché verrà) di uscire di nuovo dalle nostre case, di scendere per strada e riabbracciare i nostri amici, di ritornare tutti insieme, finalmente, alla vita.