070 SHAKE, “Modus Vivendi” (GOOD Music / Def Jam, 2020)

I nuovi fenomeni rap americani sbocciano così prematuramente che una ragazza di ventidue anni ha il tempo di farsi conoscere, di costruire un’identità musicale molto chiara, calibrare il tiro, evolversi e a tratti stravolgersi senza aver ancora pubblicato un LP. La talentuosa Danielle Balbuena è attiva dalla fine 2015 tra le voci femminili del collettivo del New Jersey 070, che prende il nome dallo zip code dello Stato. Testi e messaggi da autentico manifesto queer contemporaneo, flow abrasivo e ipnotico e una precoce abilità nello scrivere piccoli anthem generazionali. Non a caso nemmeno un anno dopo si accorge di lei il presidente dei presidenti, Pusha T che la fa immediatamente firmare un contratto per GOOD Music, la label di Kanye West ormai artisticamente gestita dall’ex Clipse visti gli impegni extramusicali del suo fondatore.
Un mixtape, alla fine del 2016, una serie di singoli (su tutti l’emozionante “Stranger”) una serie di featuring di prestigio, prima in “Santeria” dall’incredibile “Daytona” di Pusha T, poi nella tracce “Ghost Town” e “Violent Crimes” di “Ye” di Kanye West e ancora in “Not For Radio” ed “Everything” di NAS, da “Nasir, altro disco della serie del 2018 prodotta da Kanye West nel suo ranch del Wyoming.
Un sogno a occhi aperta per una ragazza che per ovvi motivi anagrafici si è fatta strada mentre Kanye West toccava il cielo con alcuni dei suoi capolavori, ascoltando Kid Cudi, cui si ispira e al quale è spesso accostata come più credibile erede del nuovo decennio.
070 Shake, ragazza di origini ispaniche cresciuta a Jersey City, una città molto bianca che come unica reference street ha quella di aver dato i natali a Ice-T, in questo LP d’esordio “Modus Vivendi” che apre il suo, di decennio, sembra già incredibilmente maturata rispetto agli acerbi, ma potentissimi esordi di brani già assurti a classico come “Trust Nobody” o “Sunday Night” con cui si è fatta conoscere in tutto il mondo.

Erano bastati i primi due singoli, usciti nel 2019, “Morrow” e “Nice To Have”, molto suonati e molto emo ad avvicinarla a nuovo filone, quello che da Kid Cudi porta al compianto Juice Wrld. Ma “Modus Vivendi” è qualcosa di più e mette in mostra le sue ispirazioni a 360 gradi che la portano dalle parti di Arca, di Björk e del Kanye West di “Yeezus”. Alla produzione ci sono dei fuoriclassi molto eclettici, come Mike Dean, Dave Hamelin degli Stills e il risultato stranisce già a un primo ascolto. Il timbro R&B sporco benché melodioso di Danielle si insinua, sospinto da un autotune usato alla perfezione, tra atmosfere eteree e sperimentali con ritornelli e barre che riescono sempre e comunque a catturare a primo ascolto, da “Pines”, tributo a “Where Did You Sleep Last Night” resa famosa da Kurt Cobain nell’unplugged a New York dei Nirvana alle svarionatissime “Rocketship” e “Divorce” dove si avvicina ai panorami lisergic dei campioni del mumble rap come Playboi Carti. “Terminal B” è l’incredibile punto di incontro tra il dream pop dei Cocteau Twins e ASAP Rocky.
Ad ascoltare il pericolosissimo potenziale pop di “Microdosing”, “Under The Moon” e “Guilty Conscience” invece sembra di avere a che fare con la risposta underground ad Ariana Grande.
Ma, come in “Daydreamin”, tra M.I.A. e il Kanye di Yeezus, stupisce la composizione, curata e sempre in grado di stupire.

Gli Anni Dieci si sono aperti e chiusi con il dominio commerciale della trap. Esaurita buona parte della spinta inedita del fenomeno, grazie a contaminazioni e intuizioni insolite continueranno a mettersi in mostra gli artisti più intriganti del nuovo decennio.

E noi scommettiamo fin da ora su 070 Shake.

82/100