JESSE MALIN, “Sunset Kids” (Wicked Cool Records, 2019)

“Sunset Kids”, ottavo disco del newyorkese Jesse Malin, è un’ode allo spirito indomito racchiuso in eroi come il padre – venuto a mancare nel 2018 e anch’egli musicista – e coloro che lo hanno influenzato nella sua carriera, da Tom Petty omaggiato in “Shining Down” (“I act like nothing hurts/The bar becomes a church/A limousine or hearse and you don’t look back”) ai Rolling Stones citati a più riprese, con una “Promises” versione americana di “Wild Horses” o la corale “Meet Me At The End Of The World Again” che riporta alla mente anche i Primal Scream di “Give Out But Don’t Give Up”.

Malin affida la undici canzoni, più tre titoli ripescati dal passato recente, alle cure in fase di produzione di Lucinda Williams e il marito Tom Overby e ne esce un album di gran cuore dove la parte centrale è realmente un sunto del meglio del folk-rocker classe ’68: troviamo una magnifica ballad pianistica con la voce di Lucinda (“Shane”, MacGowan aggiungo io); assaporiamo il groove delicato unito alla melodia rotonda di “Gray Skies Looks So Blue”; infine si roccheggia nel pop-punk “Strangers And Thieves” dove c’è lo zampino di Billy Joe Armstrong dei Green Day. ” “When You’re Young” e “My Little Life” hanno un mood nostalgico e crepuscolare (vedi la cover) a cui si oppone la briosa “Chemical Heart”, bella pure “Do You Really Wanna Know” con i suoi aromi soul.

La magia dei primi tre album di Jesse è lontana e difficilmente ripetibile ma avercene oggi, di cantautori a questo livello…con l’eterna faccia da giovanotto ribelle.

72/100

(Matteo Maioli)