La Top 7 della settimana (#21, 2019)

La seconda settimana di giugno è un apostrofo rosa tra le sigle Primavera Sound e Firenze Rocks. Due cose che, a ragion veduta, più distanti non potrebbero essere ma che, per un verso o per un altro, ci hanno fatto discutere per parecchi mesi. E ora siamo nel mezzo. Ma anche in mezzo a tante uscite degne, tra il caldo dell’inferno e la fine della scuola. Beato chi ci va, a scuola.

 

7. I Chemical Brothers come Megaloman

C’è questo fil rouge tra i video estratti da “No Geography” che è un po’ l’elemento coreografico contestualizzato in maniera autoironica. Per “Eve Of Destruction” siamo in pieno Giappone 1979 con le mosse scattose, i colori e gli effetti speciali tipici di Megaloman, quello con quei cazzo di capelli.

6. Le lezioni di Mind Enterprises.

Dopo una serie di preziosi tutorial dedicati alle buone movenze di una volta viene finalmente pubblicato il video di “Ballare”. E Andrea Tirone diventa un Top Gun ballerino.

5. La Shura.

Oggi è un po’ più “signora” (inizialmente l’ho scritto senza ironia sul nome, poi no). Dopo “BKLYNLDN” arriva “Religion”. Un singolo morbido e classy come dio comanda e che per giunta si attacca alle orecchie e al lavoro del vostro otorino.

4. L’amore ballato dei Surf Curse.

Sta per uscire l’album “Heaven Surrounds You” dei Surf Curse. E ora buttano fuori questo video che è un minifilm tutto balli e amore vigoroso. Occhio, però, che qui c’è un pezzo post punk memorabile. Per davvero.

 3. Sembravi più giovane. La band.

Allora, partiamo dal presupposto che qui dentro c’è Vincenzo Salvia, re mida del suono italo rielaborato. Solo lui ha quel gusto che impreziosisce “Tecnica Italiana” ai 2 minuti e 20. E ora che ci penso è già passato un mese senza De Michelis.

2. Kindness a settembre.

Il ritorno di Adam “Kindness” Bainbridge su album pare farsi più vicino (si parla di settembre). Speriamo possa essere bello come il primo disco e scostarsi dal secondo. In “Hard To Believe” a mixare c’è Philippe Zdar e a cantare, Jazmine Sullivan. Che altro volevate?

1. Le 18 ore di Radiohead.

Se n’è parlato quasi più dei Tool a Firenze. L’hackeraggio, la contromossa. Il riscatto, la beneficenza. Anche quando sembrano studiate, loro le fanno con quell’etto di stile in più di chiunque altro. Si parla di materiale di quando Thom aveva all’incirca questi capelli qui.

Marco Bachini