[Scoutcloud] L’antico mondo contemporaneo di Meitei


Il Giappone, terra in bilico tra passato e futuro, è un mondo immerso nell’antichità delle sue tradizioni e nella contemporaneità dettata dalla tecnologia. La musica di Meitei , produttore ambient di stanza a Hiroshima, cattura nei suoi dischi “lo stato d’animo giapponese perduto”, quello che potremmo definire come “una visione, una estetica del mondo”, parte integrante dello spirito del Sol Levante.
Il musicista racconta la ricerca di questo “mood” al sito Fifteen Questions :
“Ci sono oceani e montagne e lo stato d’animo giapponese perduto continua a cambiare. Sono riuscito a percepire l’origine dello stato d’animo che ho sentito a Kyoto dal paesaggio. Esco spesso vado in montagna o in posti conosciuti usando l’auto. Gli stati d’animo che provo, faccio del mio meglio per recuperarli nella mia musica, da condividere con le persone di tutto il mondo”.
Dopo l’ottimo esordio Kwaidan (2018), anche con il nuovo album – Komachi (2019) – Meitei continua, quindi, a voler “far rivivere l’anima del Giappone che dorme ancora nell’oscurità” : dopo la morte della nonna novantanovenne, il musicista ha sentito ancora più forte il bisogno di rintracciare e riprodurre l’essenza di questa Weltanschauung tradizionale giapponese perché “le cose sfumano nell’oscurità quando una popolazione non ha alcun interesse”.
E così l’artista realizza una rappresentazione sonora dell’antichità nel presente attraverso un attento lavoro di manipolazione di registrazioni, suoni, rumori (testimoniato anche dal mix per The Vinyl Factory). Samples, loops, field recordings (ri)creano, di conseguenza, l’atmosfera di un’ambiente spirituale : la tradizione giapponese trova di nuovo uno spazio vitale nella modernità. Numerosi i riferimenti a figure storiche : “Komachi”, titolo dell’album, si riferisce probabilmente al genio poetico di Ono no Komachi del sec. IX; “Kawanabe Kyosai”, traccia in due parti, è ispirata dallo storico artista ukiyo-e ed illustratore.
Un disco, questo di Meitei, che rappresenta davvero uno “stato d’animo”.

(Monica Mazzoli)