Foto di Fernando Rodriguez
Da sempre gli Stati Uniti sono un grande melting pot di culture e continuano anche adesso ad esserlo, il progetto di Gilberto Rodriguez y Los Intocables n’è una dimostrazione vivida e fulgida.
Solo undici anni fa lo storico musicale e DJ Ruben Molina pubblicava Chicano Soul: Recordings and History of an American Culture, storia del soul, R&B messicano-americano a partire dagli anni cinquanta e sessanta. E oggi, nel 2018, molti musicisti di origine messicana lasciano ancora tracce indelebili nella discografia indipendente : Laura Lee, bassista degli funk psichedelici texani Khruangbin, si tuffa nelle proprie radici messicane dedicando al nonno (messicano, ovvio – che ha influenzato la sua formazione) il brano “Con Todo El Mundo“; il duo losangelino chicano Thee Lakesiders (Necalli e Izcalli Marie) a maggio di quest’anno per la Big Crown Records ha prodotto un sette pollici “Si Me Faltaras Tu/Parachute“, che richiama lo stile di gruppi come Sunny & The Sunliners, The Royal Jesters; i Chicano Batman – il nome già dice tutto – da tempo portano avanti una versione personale di latin soul in salsa psichedelica. E gli esempi potrebbero continuare tranquillamente, a fine agosto 2018 è però uscito l’album di debutto di Gilberto Rodriguez y Los Intocables (già citati in apertura di articolo), “Sabor Maracuyá Desnuda” : il disco, pubblicato negli USA dalla Empty Cellar Records (etichetta garage/indie rock oriented), sembra segnare una nuova via sonora in perfetta simbiosi con la modernità del presente.
Il Chicano Soul incontra ritmi afro latini, cumbia e psichedelia : “c’è una rara sperimentazione sonora che scava nelle profondità della stranezza latin soul, senza che nessun genere (musicale) specifico prevalga, ed è fluida come la demografia mutevole degli Stati Uniti oggi. “ racconta a NPR Alt Latino Gilberto Rodriguez (già chitarre, voce negli Almas Fronterizas), mente e anima del lavoro, insieme ad Ahkeel Mestayer (percussioni), Ruben Sandoval (tastiere) e i fratelli Carlos e Jorge Rodriguez (trombe).
Questa “fluidità” si articola in lunghe jam – spesso i brani superano i quattro minuti – improvvisate, al passo di onde ritmiche afro e latine : .
“Totonita Encantadora”, che nelle parole di Gilberto Rodriguez è “un invito a piaceri infiniti, carezze sussurrate e al sudore tropicale traspirante tra le carni più intimamente eccitate “, si snoda lungo tredici minuti di danza ipnotica e magnetica a suon di cumbia sonidera, scandita dall’intreccio di percussioni (i timbales), tastiere e fiati.
E rappresenta al meglio lo spirito free e danzereccio di tutto il lavoro, che potrebbe rappresentare una nuova declinazione musicale del Chicano Soul.
(Monica Mazzoli)
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