COLD CAVE, “You & Me & Infinity” (Heartworm Press, 2018)

Quando venne chiesto a Wesley Isold, aka Cold Cave, di descrivere l’EP di prossima uscita, egli rispose: “sono quattro romantici inni esistenziali per sognatori ad occhi aperti disincantati”. Seppur la risposta possa apparire dolcemente presuntuosa, “You & Me & Infinity” appare proprio così: 18 minuti di malinconico e appassionato synthpop gotico, a tratti forse prevedibile ed essenziale, che non cede però ad una banale ed eccessiva semplificazione di un genere che ancora oggi evoca emozioni e sensazioni.
Mixato da Chris Coady (Slowdive, Beach House, Future Islands) e masterizzato da Bob Weston, Cold Cave torna con un EP che prosegue il percorso da lui iniziato con l’EP “Coma Potion” (2008) e che raggiunse la sua vetta più alta l’anno seguente con l’album “Love comes close”. Poi pochi album, molti EP, qualche traccia sparsa qua e là, qualche interessante collaborazione, così, come a dire “questo sono io, per me questa è la musica”.

La title track potrebbe tranquillamente far parte della colonna sonora di un episodio di “Masters of horror”, attingendo a quel sottosuolo dark, imprevedibile e dal ritmo serrato e a tratti sincopato, capace di suggestionare l’ascoltatore e di catapultarlo in uno slasher movie anni ’80.
Con “Nothing is true but you” si cambia genere, virando verso uno psycho-thriller in cui la calda voce di Isold e quella più suadente e sussurrata di Amy Lee si mescolano alla perfezione, senza prendere il sopravvento e dando vita ad un’intensa atmosfera claustrofobica.
Ma è con “Glory” che Isold conferma, ancora una volta, di avere una padronanza del genere fuori dal comune: i primi 70 secondi, con un delicato synth neworderiano a scandire il ritmo, cancellano tutte le inquietudini cumulate con le tracce precedenti. È una piccola gemma, una sorellina di “Age of consent” che sembra provenire proprio da quel “Power, corruption & lies” da cui Wesley Isold ha tratto costante ispirazione lungo la sua carriera.
Si chiude con un beat electro dal retrogusto metallico, “My heart is immortal”. la traccia forse più sperimentale e ambiziosa delle quattro, lasciando presagire forse un futuro cambio di rotta che potrebbe non dispiacere affatto.

Cold Cave continua ad incantare, lo fa con sobrietà espressiva, padroneggiando un genere con rispetto, consapevolezza e passione, senza tuttavia mancare di creatività o peccare di eccessiva autoreferenzialità: ti preghiamo, caro Wesley, continua a scrivere e comporre per noi sognatori disincantati.

75/100

(Simone Murgioni)