La Top 7 degli inni (ufficiali e ufficiosi) dei mondiali

Di solito non è che brillino per struttura, interpretazione o trovate melodiche. Però qualche volta hanno funzionato. Vuoi per la fama di chi li ha messi in piedi, vuoi per le storie che avevano dietro, vuoi per il solo fatto che lì dentro ci sono i nostri ricordi. E poi, sì, gli inni “outsiders” sono un pozzo senza fondo e sono quelli che ci piacciono di più. E allora, mano sul petto e avanti.

#7. L’epica di Jarre e l’elettronica anni 90.

Per France ’98 ci fu questa cosa estremamente eurodance. Il rendez-vous era tra Jean Michel Jarre e gli Apollo 440. Il video, dal canto suo, non è neanche dei peggiori, nel genere.

#6. Gazza e Barnes a Italia ’90 con i New Order.

Non è questo il pezzo per cui amiamo i New Order. Però il video con Gascoigne, Beardsley, Barnes (bel flow il suo) e gli altri conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che l’Inghilterra su un discorso di calcio e musica va davvero lasciata stare.

#5. Gli EELST e il mondiale più anomalo. Prima che arrivasse questo.

Nel ’94 gli Elii furono mossi dall’ipotesi che il mondiale si sarebbe svolto nel disinteresse della nazione organizzatrice (gli USA). Ma forse non andò così male o forse sì. Boh, era una vita fa e l’estate fu bellissima comunque.

#4. Morricone e il mundial più controverso di sempre.

Ma ci pensate cosa succedeva quarant’anni fa? Un mondiale di calcio organizzato in un paese con un regime autoritario e dove…ok, niente. Comunque, fatto sta che Morricone si ritrovò a elaborare questo inno e, come dire,  sempre  Morricone è. Poi quest’andatura latino-dittatoriale rispettava quel clima al punto da esserne uno specchio geniale.

#3. L’intro televisiva di Brasil 2014.

All’intervallo delle partite del 2014 chi non andava a pisciare canticchiando ooh-eeh-aah? Ecco, per quello è sul podio. E anche per il cartone animato, sì.

#2. Il Matador di Spagna ’82.

Questo tema televisivo di Jeff Wayne ha qualcosa di azzeccato che a tanti anthems manca. Ha il tratto di quei giorni, i toni di un’estate iberica contestualizzata in modo neanche troppo banale. E poi, sapere che poi il matador sarebbe stato Pablito Rossi da Prato chiude il cerchio.

#1. Vangelis come i gemelli Derrick.

Arrendiamoci. I mondiali sono enfasi, colore, tifosi tamarri, suoni tamarri, pianti e gioie senza senso. E non possiamo non chiudere questa classifica (che può essere letta anche al contrario) con una visione del calcio tutta technopop e catapulte infernali.

(Marco Bachini)