LOMA, “Loma” (Sub Pop Records, 2018)

Loma è un progetto nato durante il tour negli USA e in Europa del 2016 degli Shearwater. La band di Jonathan Melburg in quella occasione fu accompagnata dai Cross Record, progetto del multi-strumentista e tecnico del suono Dan Duszynski e della vocalist Emily Cross. Colpito dalla varietà del loro sound e dalla intesa che nacque in questa occasione, dopo una performance in Belgio che Melburg ha definito “memorabile”, il trio decise che avrebbe lavorato assieme a un nuovo progetto, che si può considerare un vero e proprio punto di incontro tra le sonorità degli Shearwater e quella del duo originario di Austin in Texas, e il cui primo LP eponimo sarà pubblicato il prossimo 16 febbraio su Sub Pop Records.

La storia di questo disco è curiosa, perché alla grande combinazione che è nata dall’incontro tra i tre musicisti, si è accompagnata la separazione tra i due coniugi Cross e Duszynski: un evento che tuttavia sembrerebbe non avere in nessun modo creato tensioni ma che secondo Melburg ha comunque generato dei contenuti e dei cambiamenti che poi sono stati incanalati nei processi di lavorazione e registrazione del disco. Del resto ascoltandolo va detto che non si avverte invece nessuno stato di tensione particolare, ma invece pulsazioni e vibrazioni sintetiche per lo più positive e che accompagnano la splendida voce di Emily, che senza nulla togliere ai suoi compagni di avventura e le loro capacità nei processi di scrittura e registrazione delle musiche, costituisce il vero punto di forza e il cuore dell’intero progetto. In bilico tra le sonorità acustiche e le interpretrazioni e composizioni psichedeliche di Linda Perhacs e della sua prediletta Julia Holter, la solennità dei Cobalt Chapel (una delle rivelazioni del 2017) di Cecilia Fage e Jarrod Gosling e una forma di sofisticata pop-art e minimalismo sintetico, pure senza toccare nessun picco particolare, “Loma” porta sicuramente una ventata di freschezza all’interno del mondo indie.

Le carte in regola per avere grande successo apparentemente ci sono tutte. Il resto dipenderà dall’accoglienza che sarà riservata a questa nuova proposta, ma questa non è necessariamente una discriminante nella valutazione complessiva di questo disco.

70/100

Emiliano D’Aniello