EDDA, Locomotiv Club, Bologna, 23 Marzo 2017

Il nostro Giampaolo Cristofaro qualche settimana ha scritto di “Graziosa Utopia”: “è una ricerca di piccole fantastiche cose per vivere meglio: fallace, impuro, come ogni buon viaggio è doveroso che sia.”
Allora, curiosi, siamo andati ad ascoltare Edda, che sale puntuale sul palco del Locomotiv Club in jeans e maglietta, accompagnato da Fabio Capalbo, Luca Bossi, Francesco Capasso e Davide Tessari al mixer.
Venti i brani in scaletta, tratti dal suo ultimo lavoro e dai precedenti come “Bellissima” e “Stellina”. Il singolone “Signora” e “Benedici” entrano in contatto con i movimenti involontari, le teste annuiscono ed i piedi saltellano, il mood è quello giusto e trasporta il pubblico velocemente fino al primo pit stop: “Spaziale”.
Qui Stefano si siede ed in acustico sviscera tutta la malinconia descrittiva dell’arrivo di un momento, di un noi, di un rapporto che lascia spazio a libere interpretazioni sui soggetti che ne sono protagonisti, di sicuro nella risolutezza di un “meglio morire che soffrire” c’è una salvezza inaspettata.
Il sound della band arriva potente, ben equilibrato nei livelli, costituisce un vero e proprio compatto muro di suono, arricchito da un basso pulito, profondo e con geometrie groovose, e dominato dal grande controllo vocale di Rampoldi.
L’ex voce dei Ritmo Tribale tra un brano e l’altro alterna momenti in cui nasconde il volto tra le mani quasi a schernirsi degli applausi, ad altri in cui scherza sulle sue frequenti amnesie ricollegandole all’uso di sostanze in qualche modo officinali.
L’amore è un tema centrale delle canzoni proposte, tra emozione e rancore, rabbia, disillusione ed in fondo aspirazione.
“Mademoiselle” e “Dormi e Vieni” sono un finale di concerto senza dolcezza ma meravigliosamente autentico, senza il classico fade out lento fatto di atmosfere, ma dritto, potente che suscita un boato. Quello che c’era da dire è stato detto, lanciato e seminato.
Luci spente, Edda si è già catapultato al banchetto del merch tra abbracci e sorrisi, ed infondo la graziosa utopia è forse proprio quella che dicendosi, cantandosi la verità senza miele o coltelli, si possa stare bene così, insieme, tra esseri umani.

(Francesco Fauci)

La scaletta del concerto