Weird Omen, Firenze, NOF Club, 2 Novembre 2016

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In Francia, all’incirca dal 2003, esiste una bella realtà rock’n’roll: un’etichetta come la Beast Records, casa discografica indipendente che pubblica dischi di gruppi garage, blues rock ed affini. Non solo francesi ma di (e da) tutto il mondo. Tra i tanti, pure gli italiani Movie Star Junkies e Go!Zilla. Di questa famiglia fanno parte anche gli Weird Omen, trio garage/surf/rock’n’roll di Perpignano (Francia meridionale), che a marzo di quest’anno hanno pubblicato il secondo album, “A Breakfast Before Chaos”, per la americana Get Hip Recordings (Kaisers, Cynics, Fleshtones, New Bomb Turks, Headcoats…) ma con distribuzione europea curata, ovviamente, proprio dalla Beast Records. Ed il NOF Club, piccolo ma accogliente locale di musica dal vivo nello storico quartiere fiorentino di San Frediano, ha pensato bene di ospitare, per l’Annibale Night, un loro concerto: un fulmine al ciel sereno, o quasi, visto che nella serata qualche goccia di pioggia è scesa. Poco male, l’atmosfera è riscaldata dalla band : il trio – Frédéric Brissaud (sax baritono – che suona pure con King Khan), Martin Daccord (chitarra) e Remi Lucas (batteria) – è esplosivo, travolgente e, soprattutto, incendiario perché quando il rock’n’roll è suonato con l’anima ed il corpo non ha rivali. I tre Weird Omen ci mettono entrambi: tanto sudore, tanta voglia di spaccare tutto e tanto divertimento. E così, in pochissimo spazio e nel giro di un brevissimo lasso di tempo, sanno conquistare tutti i presenti nella saletta. Il motivo è molto semplice: dimostrano di essere una band affiatata, di quelle che sembrano suonare insieme da una vita e non smetterebbero mai di farlo. La storia del rock’n’roll è vecchia, la conoscono tutti a memoria: sonorità sporche, distorte, grezze. Ed i tre musicisti francesi, di certo, non aggiungono e tolgono niente ad un universo musicale di questo genere ma, pescando a piene mani tra garage/surf rock/psychobilly/punk blues, sanno toccare la scintilla giusta, quella del “just have fun”: non si prendono troppo sul serio, fanno la loro cosa, al meglio ed al massimo, dando vita ad un’esibizione pulsante e vibrante: sono in tre e pestano per sette, grazie ad una chitarra graffiante, un sax folle e tarantolato ed una batteria martellante. In scaletta c’è, certamente, il meglio dei brani pubblicati, fino ad adesso, dal gruppo, ossia pezzi presi dai due dischi, “Last Train For Love” (2013) ed il già citato “A Breakfast Before Chaos”(2016). Capita quindi di ascoltare canzoni come “Back from WBB”, “Complications” o la finale “It’s up to you”, ed è impossibile non muovere il piedino. Anche se il culmine ballereccio dell’ ottima serata è, sicuramente, la cover sorprendente ed allucinata di “20th Century boy” dei T. Rex, degna chiusura di un concerto con i fiocchi, da ricordare e da rivedere (o rivivere?) al più presto.

(Monica Mazzoli)