Glen Hansard, Ferrara Sotto Le Stelle, 29 giugno 2016

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Che cos’è che distingue un concerto qualsiasi da un concerto che lascia il segno?
Chi era mercoledì sera nel cortile del castello estense di Ferrara ad vedere ed ascoltare Glen Hansard ha avuto la risposta a questa domanda davanti agli occhi e nelle orecchie per due ore e quaranta minuti.
Un concerto lungo per gli standard correnti, ma mai pesante. Un concerto durante il quale Glen — dopo più di due ore sul palco a raccontarci episodi di vita vissuta mi sento quasi in diritto a chiamarlo per nome — si è rivelato un artista magnifico, incredibilmente umile nel lasciare la scena ai suoi musicisti quando la situazione lo richiedeva e allo stesso tempo una presenza imponente con la sua voce rotonda e tonante.

Le canzoni eseguite dal vivo assumono uno spessore e una personalità che si può solo percepire dal disco: con un’orchestra di dieci elementi sul palco, ottoni e archi inclusi, la musica diventa avvolgente, l’aria si inspessisce e i pezzi, presi sia dai lavori solisti che dal repertorio con “The Swell Season” o “The Frames”, si colorano di emozioni.
Il concerto si è aperto con “Grace” cantata senza il bisogno di microfono, il pubblico in trepida attesa e rispettosamente in silenzio ad accogliere tanta potenza vocale. Una canzone dopo l’altra, Glen ha rapito l’attenzione del pubblico, incantandolo con un mix perfetto di delicatezza e potenza e godendo nel condividere con le centinaia di persone davanti a sé la gioia di fare qualcosa che evidentemente lo appaga e rende felice.
Il legame emotivo creato durante il concerto ha avuto probabilmente uno dei suoi picchi con l’esecuzione unplugged di “Falling Slowly”, cantata come una ninna nanna ad un pubblico ammaliato da tanta dolcezza, pubblico che, una volta accese le luci, andava via riluttante da un’esperienza che è riuscita ad arrivare a fondo negli animi.

La scaletta. In fondo le foto di Francesca Garattoni

Grace
Fitzcarraldo
Winning streak
Just to be the one
My little ruin
Minds made up
Bird of sorrow
In these arms
Astral weeks
Philander
Love don’t leave me waiting
Way back when
Maybe not tonight?
McCormack’s wall
Deserter
Revelate
Wedding ring
The gift

Say it now
Stay the road
Falling slowly
(The lost brothers on stage again for two songs)
Didn’t he ramble
Don’t do it / Drive all night
Mercy

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