Primavera Sound, Barcelona, 1 giugno 2016

Anno dopo anno, l’appuntamento con il Primavera Sound, da evento del weekend, si è spalmato nell’arco di una settimana. Difficile far coincidere ferie e impegni lavorativi con l’intera settimana catalana, ma spesso si riesce ad arrivare almeno un giorno prima. E il mercoledì, tra eventi aperti a tutti e affollatissimi eventi indoor da considerare molto bene come orari per evitare code e delusioni, è diventato ormai un evento nell’evento. A partire dal rito di saluto all’area Primavera Pro fino alla lunga notte dell’immancabile Sala Apolo. Il tempo è ottimo, purtroppo però a rendere il tutto molto difficile è uno sciopero indetto dai dipendenti dei mezzi pubblici che testimonia come l’importanza del Primavera Sound sia cresciuta, tanto da diventare un importante fattore di risonanza per chi sceglie di incrociare le braccia a inizio giugno.

Arrivare al Parc del Forum, almeno nel pomeriggio, è facilissimo, l’ingresso gratuito rende agevole l’accesso a questa succosa vigilia.
Un regalo alla città quello di proporre prima i Goat e poi gli Suede, nella prima serata di giugno (ci sarebbe anche El Ultimo Vecino, come da tradizione, ma…)
La risposta del pubblico c’è tutto con la perfetta ipnosi psichedelica tra eccentrico sciamanismo scandinavo e acid rock della band svedese. Trip del tramonto.
Mentre le birre scorrono già a fiumi, migliaia di fan e avventori attendono un altro rito più classico, quello della band di Brett Anderson che propone una scaletta solidissima, fatta di classici e di novità più riuscite.

Neanche il tempo di capire che è solo mercoledì e bisogna darsi un freno che bisogna correre dall’altra parte della città per non rischiare di restare fuori negli eventi indoor.
Si scivola su sonorità più nuove e innovative con due delle novità femminili più intriganti degli ultimi tempi, Empress Of e il suo pop elettronico algido e dagli echi R&B e poi Jessy Lanza che dagli esordi dubstep ha ampliato il suo spettro competitivo in direzioni elettroniche più orecchiabili. Finalmente si balla. E l’orario aiuta. Sempre con un occhio al cellulare e agli orari, dal Barts ci si sposta di fronte all’Apolo. Molta gente è ancora bloccata in metro in attesa di treni che tardano a muoversi o che non si muoveranno mai. All’Apolo suonano due habitué del festival. I White Fence, vera garanzia per i nostalgici del revival psichedelico 60s, ogni volta diversi, ma ogni volta inconfondibili. E poi i Suuns che edizione dopo edizione si dimostrano ancora una volta tra gli act più in forma del weekend. C’è chi resta a ballare, ma bisogna conservare energie preziose per il resto del weekend.

Highlights:

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20:33 – “Si inizia con i Goat. Cosa chiedere di più?

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00:02 – “Empress Of, una delle nostre scoperte preferite

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01:16 – “Jessy Lanza: un’altra anteprima niente male