Non è certo un esordiente William Tyler, eppure non ha mai goduto della giusta attenzione. Il suo nuovo album “Modern Country” forse riuscirà laddove le sue produzioni procedenti non sono riuscite, e cioè a meritarsi complimenti più estesi: io personalmente me lo auguro parecchio.
Più ricco e melodico che i lavori precedenti, “Modern Country” è un disco tutto strumentale, in cui le chitarre acustiche ed elettriche incontrano le trame di synth cosmici anni ’70. Quello che si ascolta è quindi un sound più articolato e armonioso, frutto probabilmente anche della collaborazione con Glenn Kotche dei Wilco e del folk-singer Phil Cook.
Un suono più complesso dunque, che in qualche modo riflette la complessità del concept intorno al quale il disco è stato concepito: come gli album precedenti, anzi più che negli album precedenti, anche questo “Modern Country” è stato concepito come una celebrazione delle tradizioni americane. Sonorità, storie, culture, immaginari: tutti i sette brani dell’album sono avvolti da atmosfere nostalgiche, come a voler significare prima di tutto una determinata volontà di preservazione e tutela di quello che sta progressivamente scomparendo.
“Modern Country” merita senza dubbio un ascolto. Da oggi il disco è in streaming su NPR.
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