Ora si può parlare di Cosmo in termini diversi rispetto all’incoraggiante esordio di “Disordine”. Il progetto solista di Marco Jacopo Bianchi, conosciuto come voce dei Drink To Me, è andato avanti. “L’ultima festa”, questo il titolo del secondo album, stupisce sin da subito in positivo. E non tanto per le qualità compositive dell’artista di Ivrea, che non sono mai state in discussione, ma perché è riuscito a smussare quegli angoli che rendevano il primo lavoro “il disco solista del cantante dei Drink To Me”.
“L’ultima festa” ci mostra invece un artista con una sua identità ben precisa e distinta. A questo punto, ascoltando il disco, viene spontaneo chiedersi se siamo davanti a un cantautorato elettronico. La risposta pare essere affermativa: dalle musiche ai testi tutto pare spingere in questa direzione. I suoni del disco mostrano una maggiore varietà rispetto al primo capitolo di Cosmo. Anche brani “a presa rapida” come gli inziali “Le Voci” e la title track colpiscono per la raffinatezza dell’uso di campionamenti. Ma sono probabilmente soprattutto momenti come “Dicembre”, la bellissima “Regata 70” e “Un Lunedì di Festa” che disegnano l’identità dell’album. Non mancano però autentiche e sorprendenti deviazioni stilistiche, come quella di “Cazzate”, quasi una versione rivisitata di certe sonorità berlinesi.
L’insieme che ne viene fuori è un ingranaggio che funziona alla perfezione. “L’ultima Festa” mette in mostra un artista arrivato ormai ad alti livelli e si candida prepotentemente al titolo di disco italiano di questo 2016.
88/100
(Francesco Melis)