COSMO, “L’Ultima Festa” (42 Records, 2016)

cosmoOra si può parlare di Cosmo in termini diversi rispetto all’incoraggiante esordio di “Disordine”. Il progetto solista di Marco Jacopo Bianchi, conosciuto come voce dei Drink To Me, è andato avanti. “L’ultima festa”, questo il titolo del secondo album, stupisce sin da subito in positivo. E non tanto per le qualità compositive dell’artista di Ivrea, che non sono mai state in discussione, ma perché è riuscito a smussare quegli angoli che rendevano il primo lavoro “il disco solista del cantante dei Drink To Me”.

“L’ultima festa” ci mostra invece un artista con una sua identità ben precisa e distinta. A questo punto, ascoltando il disco, viene spontaneo chiedersi se siamo davanti a un cantautorato elettronico. La risposta pare essere affermativa: dalle musiche ai testi tutto pare spingere in questa direzione. I suoni del disco mostrano una maggiore varietà rispetto al primo capitolo di Cosmo. Anche brani “a presa rapida” come gli inziali “Le Voci” e la title track colpiscono per la raffinatezza dell’uso di campionamenti. Ma sono probabilmente soprattutto momenti come “Dicembre”, la bellissima “Regata 70” e “Un Lunedì di Festa” che disegnano l’identità dell’album. Non mancano però autentiche e sorprendenti deviazioni stilistiche, come quella di “Cazzate”, quasi una versione rivisitata di certe sonorità berlinesi.

L’insieme che ne viene fuori è un ingranaggio che funziona alla perfezione. “L’ultima Festa” mette in mostra un artista arrivato ormai ad alti livelli e si candida prepotentemente al titolo di disco italiano di questo 2016.

88/100

(Francesco Melis)