INDIAN WELLS, “Pause” (Bad Panda Records, 2015)

indian-wells-pause-sentireascoltare-e1420815696429In una ipotetica macrocategoria di “dischi di elettronica da ascoltare in macchina mentre si guida di notte”, questo secondo disco di Indian Wells finirebbe tra le voci più esemplificative. Perchè se è vero che i bei dischi non hanno età e luogo, è altrettanto vero che esistono dischi che per essere ascoltati al meglio necessitano di coordinate spaziali e temporali ben precise, e quelle di “Pause” sono: automobile, 2015, ore notturne, strade con lampioni gialli, velocità non troppo sostenuta.

Sul concept notturno d’altronde Indian Wells aveva già prodotto cose: il suo album d’esordio uscito nel 2012 ancora per la Bad Panda si chiamava proprio “Night Drops”, e già lì il producer cosentino che di nome fa Pietro Iannuzzi poneva le basi della sua personale crescita musicale, che con questo “Pause” si manifesta in maniera evidente.
Rispetto al debutto, questo secondo lavoro appare fin da subito più completo, misurato nel dare ad ogni pezzo che lo compone il giusto grado di sperimentazione e peculiarità, preciso nel non compromettere però una forte coerenza di fondo tra i suoni: in poche parole, un disco “giusto”.

Al suo interno prendono vita ipnosi e caleidoscopi geografici, da Lipsia a New York, da montagne di saliscendi elettronici alle grotte siciliane dell’Alcantara a paesaggi urbani e metropolitani: passaggi repentini e non che vengono scanditi da atmosfere elettroniche di diversa intensità: prima fredde, poi calde, e di nuovo da capo. A rendere coerente questo incessante pulsare di stimoli dell’immaginario è un sapiente lavoro di produzione, che impreziosisce per ogni pezzo le componenti di originalità, siano i campionamenti analogici (“Changes”) o sample vocali asciugati e messi a congelarsi nel freezer (“Games In The Yard”).

“Pause” insomma è un disco allo stesso tempo variegato e omogeneo, stratificato e compatto, uno e il suo contrario. E’ nel risolvere le sue differenze interne che si dimostra un lavoro sorprendentemente maturo.

75/100

Enrico Stradi