Intervista ai Go!Zilla

gozilla4

Il due novembre è terminato il tour francese dei Go!Zilla. Il 2014 per la band garage-rock fiorentina – anche se preferiscono definirsi “acid psychedelic punk band- è stato ricco di soddisfazioni: tante date in giro per l’europa (come al solito), una bella trasferta messicana e nuovo EP live, “Magic Weird Jack” (Beast Records), degno successore dell’ottimo debutto, “Grabbing a crocodile” (Black Candy Records, 2013). In un attimo di pausa siamo riusciti a parlare con Luca Landi, cantante e chitarrista dei Go!Zilla.

Il (nuovo) video di Magic Weird Jack riprende momenti sparsi delle vostra esperienza messicana (nda. Go!Zilla a maggio hanno suonato al Marvin Festival in Messico). Com’è stato il pubblico? E qual è il rapporto con la musica (live e non)? Aspetti simili o differenti rispetto all’ambiente musicale europeo.
Il video è suddiviso in due parti: metà riprese sono state fatte da noi con una semplice gopro durante il tour; l’altra metà sono riprese montate da Erika Errante, la “regista” del video. Inutile dire che sia stata una delle esperienze più incredibili e formative che abbiamo mai vissuto: andare dall’altra parte del mondo e vedere persone che ti chiedono l’autografo, che si fanno le foto con te e che impazziscono ascoltando i tuoi brani ti fa sentire al settimo cielo.
Non abbiamo suonato così tanto da poter tracciare differenze reali. Durante il Marvin Festival c’è stata un’organizzazione impeccabile : dal momento in cui sono venuti a prenderci all’aeroporto sino a quando ci hanno riaccompagnato in aeroporto; il pubblico sembra essere sempre molto entusiasta, consapevole che la possibilità di vedere band provenienti da un altro continente non è cosa di tutti i giorni. Di certo sono al passo coi tempi forse più che in Italia, dove i festival grossi si reggono in piedi sono grazie alle solite tre – quattro band morte da anni che si sono ridotte ormai ad essere le cover band di loro stesse.

Siete musicisti giramondo, sempre in tour ( in Italia e in Europa) ed ottimi osservatori di ciò che gira intorno al mondo della musica. Qualche mese fa, in un’intervista a il “Mucchio Selvaggio”, hai dato una definizione calzante di come viene ascoltata la musica oggigiorno :” La fruizione della musica al giorno d’oggi la tenderei a dividere così : i curiosi, che ascoltano ciò che gli pare e se ne fregano di mode e tendenze; i “commerciali” che seguono solo la radio e infine quelli che vanno ai concerti”. La terza categoria è la vostra preferita e non a caso, questa estate, avete privilegiato i festival, sbaglio?
L’approccio live, e la consecutiva conoscenza di una band nel momento in cui si esibisce dal vivo è un momento importantissimo nella nostra vita sia da fruitori di musica che da “esecutori”. Tramite la partecipazione a manifestazioni come festival hai la possibilità di farti conoscere anche come persona e di instaurare rapporti di amicizia con altre band, addetti ai lavori etc. Io ho iniziato a suonare per due motivi: per piacere alle ragazze e per suonare ai festival.

Ad agosto è uscito il live EP “Magic Weird Jack” (per la Beast records, etichetta francese), istantanea perfetta della band: trio – batteria e due chitarre (con una chitarra che a volte fa il basso) – super affiatato dall’attitudine punk e con un suono multisfaccettato: un’anima fortemente rock’n’roll venata da sfumature psichedeliche. Come mai questa pubblicazione discografica? Volevate fermare su disco la vostra energia e adrenalina live o più semplicemente rendere ancora più forte il legame con la realtà musica francese?
Le motivazioni sono due: prima di tutto volevamo far capire che siamo diventati un trio, che c’è mattia e ricopre un ruolo fondamentale nel cambiamento della band, avendoci fatto fare un salto di qualità che altrimenti forse non avremmo raggiunto; la seconda è indubbiamente il fatto di voler iniziare un lavoro con un’etichetta importante come Beast Records, che in Francia sta lavorando alla grande e con la quale vediamo un futuro radioso oltralpe!

In Italia la psichedelia viene vista come un genere morto, revival di qualcosa che non c’è più. All’estero la percezione è totalmente differente: la psichedelia è un territorio ancora fertile, da scoprire e (r)innovare. Data la vostra esperienza concertistica europea (ed anche internazionale in minima parte), sarebbe interessare ricevere un tuo parere a riguardo.
Beh, in generale il rock in italia è inteso come revival. Credo che una buona fetta delle persone non vicine al nostro ambiente pensi che il rock sia il motociclista con la bandana, la droga, la marcezza totale etc. Ma non è così! noi non siamo motociclisti, almeno quello….
Per quanto riguarda la psichedelia, forse ora c’è fin troppa esagerazione nel cercare di ricreare un sound psichedelico e nell’ avvicinarsi a questa definizione molte band finiscono per fare qualcosa di forzatamente dilatato e noioso. Credo sia fondamentale cercare il proprio stile, partendo dal capire quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti a livello di personalità e di rapporto con lo strumento. Suonando da mattina a sera mi rendo conto che tutti noi tre rielaboriamo la nostra personalità nello strumento che suoniamo: Mattia è riflessivo e mai esagerato; Fabio è incazzato e fantasioso; io sono sempre esagitato. I Go!Zilla rappresentano esattamente la musica che fanno, e di questo sono felice ed orgoglioso.

In “Grabbing a crocodile” è presente I want her, cover del brano delle Pandoras (nda. band femminile anni ottanta revival 60s), I want him. State pensando di farne altre?
Siamo nella fase finale della stesura del nuovo album, forse si, forse no. Lo scopriremo a breve!

I Go!Zilla parteciperanno a un tribute a Jay Reatard, in vista del decennale di “Bloody Visions”. Com’è nata questa collaborazione?
Ci ha molto divertito, siamo arrivati in sala prove e non sapevano assolutamente come poter rifare “Puppet man”, la cover che ci è stata consegnata da Reatard Recods (l’etichetta Francese di Rennes che pubblicherà l’LP). Originariamente è un pezzo veloce, quindi per dargli un impostazione più nostra l’abbiamo rallentato e reso più aggressivo. Siamo molto felici di far parte di questa compilation che vedrà partecipare molte band emergenti francesi e anche i nostri amici americani White Mystery.

Come e dove componete i vostri brani? So che Magic Weird Jack è nata in tour.
Quasi tutti i brani parlano di mie o nostre esperienze personali, parlo a livello di testo. Non riesco ad immaginare storie più fighe di quelle che capitano a noi o sentimenti più profondi di quelli che provo ogni giorno, quindi semplicemente mi attengo alla realtà. Magic Weird Jack è la canzone che rappresenta l’inizio della collaborazione tra me e Fabio, la prima scritta insieme che parla del nostro primo tour insieme. Probabilmente è il miglior brano dell’LP’ e dell’EP omonimo.

State lavorando al nuovo album. Qualche anticipazione?
Due chitarre, più melodie, qualche brano veramente psichedelico, qualche brano veramente veloce, sostanzialmente i Go!zilla più maturi. Non vedo l’ora di farvelo sentire!

(Monica Mazzoli)