Michael Stipe racconta Patti Smith

9788895166315Nel 1995, dopo 16 anni di assenza, e dopo aver subito la morte prematura del marito e del fratello, Patti Smith, convinta dal suo amico Bob Dylan, ritorna finalmente sul palco per una serie di concerti nella East Coast davanti a un pubblico elettrizzato e commosso.

Così ha ricorda la poetessa la vicenda su La Stampa: «Bob Dylan mi disse che tornare sul palco mi avrebbe aiutato a riconquistare le vecchie sicurezze. Tanto che mi offrì di duettare in una canzone, una delle sue. Scelsi “Dark Eyes”, un pezzo del 1985, bellissimo. E una sera, quando ci trovammo a cantare nello stesso microfono, mi accorsi di un dettaglio che non potrò mai dimenticare. Un filo di sudore mi scendeva dal naso e un filo uguale scendeva dal suo: guardai in basso, verso il microfono, vidi i nostri sudori che si mescolavano sul rivestimento del microfono, pensai che la vita è proprio strana, e che se sei capace di attendere abbastanza a lungo tutto può accadere, anche che il tuo sudore si mescoli a quello di Bob Dylan, l’eroe della tua giovinezza, quello che imbracciando una chitarra elettrica ti ha cambiato la vita».

A rendere “eterno” il viaggio, con la sua macchina fotografica, c’era un altro poeta, Michael Stipe dei R.E.M.: i suoi scatti insieme improvvisati e spontanei, raccolti in questo libro, registrano le vicende ormai circondate da un alone di leggenda di quella tournée. Palchi da allestire, strumenti da provare, abiti sdruciti appesi a una gruccia nello spogliatoio di una palestra del Connecticut, ma anche letteratura e poesia. Due settimane di “suono e stupore” che, come scrive William S. Burroughs nell’introduzione, produssero sul pubblico l’effetto dei riti voodoo, dove chi assiste “viene letteralmente trasportato in un’altra dimensione”.

In effetti, ricordiamolo, Patti Smith verrà chiamata da Stipe per duettare l’anno successivo in “E-bow The Letter”, forse la “canzone perfetta” dei R.E.M.

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