Tornano sulla sulla scena i Giardini di Mirò e lo fanno con un nuovo disco che prende nettamente le distanze dal precedente “Good Luck“. “Rapsodia Satanica”, questo il titolo, è un lavoro lavoro completamente strumentale, ispirato all’omonimo film di Nino Oxilia del 1917, che aveva come protagonista Lydia Borelli, celebre attrice del cinema muto.
Non è una sonorizzazione ufficiale ma ne assume tutti i connotati, con la band emiliana libera di spaziare tra le sonorità all’interno delle sei tracce del disco. La produzione è un punto di forza delle nuove composizioni. Si tratta spesso di lunghe suite strumentali rarefatte e perennemente in bilico tra post rock e psichedelia. Se da una parte questa questa versatilità stilistica è sicuramente uno dei punti a favore di questo nuovo lavoro, dall’altra viene viene difficile trovare un filo logico all’interno di “Rapsodia Satanica”.
Un lavoro che con il passare dei minuti assomiglia sempre di più ad un esercizio di stile. Sotto questo aspetto il nuovo capitolo della discografia dei Giardini di Mirò appare impeccabile. Lo stesso non si può dire sul piano della sostanza. “Rapsodia satanica” non aggiunge nulla al mondo musicale della band emiliana, ripercorrendo sentieri già noti ma senza recuperare l’efficacia stilistica del passato.
60/100
Francesco Melis
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