ACTRESS, “Ghettoville” (Werkdisks / Ninja Tune, 2014)

ghettoville“Ghettoville is the bleached out and black tinted conclusion of the Actress image. […] A fix is no longer a release, it’s a brittle curse. Zero satisfaction, no teeth, pseudo artists running rampant, but the path continues.
R.I.P Music 2014. Actress”

Così presenta al mondo la sua quarta fatica Darren J. Cunningham, al secolo, Actress. L’augurio è che il producer britannico ci ripensi, ma già il titolo dell’album del 2012 (“R.I.P.”) non era dei più ottimistici. Condivisibili o meno le sue affermazioni e la denuncia del music business, “Ghettoville” mette d’accordo gli appassionati di elettronica e nuove tendenze regalando una settantina di minuti con vari motivi di interesse.

“I wanted it to sound brittle, as if you were an addict and you feel like the world is crumbling around you.” Actress dice di “Ghettoville” in un’intervista a Pitchfork di questi giorni.

Effettivamente il disco parte in modo molto scuro, come se stesse fondendo le stramberie di Dirty Beaches con l’ipnotismo ambientale di un Andy Stott. Il beat aumenta con la terza traccia, “Corner”, e qui si pensa piuttosto all’hip-hop di un J Dilla o Clam Casino. Sono questa e “Birdcage” (sound da 8-bit? Elettronica lo-fi?) i pezzi più ascoltabili e dinamici di una prima parte che altrimenti rispecchia il mood descritto da Cunningham nelle righe sopra.

“Time” è lo psichedelico spartiacque con la seconda parte dell’album, che comprende un brano decisamente distaccato dai climi freddi dell’opera di Actress, tale “Gaze”. Quasi antemica nei suoi giri vorticosi, ci riflette il valore del personaggio, accarezzando con una mano l’acid house e con l’altra la breakbeat. La successiva “Skyline” ne è perfetto contraltare, più spoglia ma con un beat ossessivo e minimale. “Ghettoville” rimane su queste vibrazioni fino all’ultimo, eccezion fatta per “Rap” che alla pari di “Gaze” riesce ad essere conciliante, nu chill-out con tanto di sax e cori femminili in sottofondo. Nella limited edition dell’album troviamo anche il pezzo uscito su 12 pollici qualche mese fa, “Grey Over Blue”: in una parola, enigmatica.

Se fuori o dentro le mode del momento (Cunningham l’artista una volta noto con il nome di Actress), lasciamo deciderlo a voi. Se vi piace, pure. Per me è sì.

76/100

(Matteo Maioli)

3 febbraio 2014