THE PASTELS, “Slow Summits” (Domino, 2013)

Slow_SummitsDuri a morire, i Pastels, dopo sedici anni, escono con un nuovo album. Non si tratta del solito disco di circostanza, pubblicato per fare cassa e raccattare qualche data live. “Slow Summits” è forse il testamento (speriamo di no) della band, un modo per ringraziare gli ascoltatori e invecchiare insieme a quest’ultimi, con leggerezza e spensieratezza come ai vecchi tempi.

I padri del pop scozzese sono tornati sostanzialmente per dispensare qualche regalino a figli, figliocci e nipoti. Stephen Pastel (alias Stephen McRobbie) e Katrina Mitchell, i due membri fissi della formazione, nel corso degli anni hanno definito un proprio stile, unico e inconfondibile, fonte di ispirazione per decine di gruppi: pop chitarristico dalle melodie ariose e scacciapensieri.

Trent’anni sono passati dal primo singolo, “Songs for Children” (Whaam Records!), ma non si sentono affatto. Il suono, pur facendosi più maturo ed elaborato, non smette di conservare il suo lato naif, ed è forse quest’ultimo la forza dei Pastels, il loro marchio di fabbrica. “Slow Summits” ce lo ricorda, riporta alla mente la genuinità che fu. Il fanciullino in Stephen Pastel rivive una seconda giovinezza, un ebbrezza nuova, più ragionata, meno spontanea, ma pur sempre vitale. I Pastels nel 2013 rimangono ben saldi alla forma canzone pop, pur concedendosi una maggiore libertà compositiva: lasciando spazio in certi frangenti all’elettronica e a una vena strumentale, nata forse durante l’esperienza legata alla colonna sonora di “The Last Great Wilderness” (“Summer Rain”, “Slow Summits”, “After Image”). Il disco pop del 2013 è arrivato, non perdetevelo. “Check my heart” sarebbe il tormentone estivo (perdonatemi il termine), se il mondo girasse nel girasse nel verso giusto.

70/100

(Monica Mazzoli)

8 luglio 2013