AZITA, “Disturbing The Air” (Drag City / Self, 2011)

Il precedente “How Will You?” (2009) non è stato entusiasmante e le Scissor Girls fanno parte di un passato andato via del tutto. Azita non demorde e si ripresenta piano e voce (niente a che vedere con le torch song di Antony o di Baby Dee) ad esporre in note, quel doloroso e delicato istante che svela quanto un amore stia andando alla deriva.

Nessun appiglio pop, “Disturbing The Air” è un disco introverso eppure trasparente. Trasparente come una teca in cui si dispone tutta la propria anima, mescolata all’aria mattutina, lasciandola lì, a svanire poco a poco, mentre ogni atomo esprime la propria amarezza. Disco introverso si diceva, ma per nulla sciatto – la doppietta “I Was Indebted” e “Keep Hymn” è meraviglia in tutto – e la sua forza sta nell’essere ansioso di non recare fastidio alcuno, ma allo stesso tempo anche violento e meraviglioso, come il suono del vostro cuore cristallizzato che s’infrange in miriadi di particelle, al passaggio dei malefici elefanti che prosperano da eoni tra la (dis)umanità.

80/100

(Giampaolo Cristofaro)

17 gennaio 2011

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