Chi, se non Vasco da Zocca, potrebbe dire una roba del genere, che ingloba mezza filosofia occidentale e il pataca che offre da bere a tutti al bar.
Del resto la biografia del nostro uomo è cosparsa di momenti così, agli antipodi, o dove la vita si spinge così in avanti da annusare il nulla.
Gli Who urlavano “I hope to die before I get old”, forse anche il Blasco l’ha pensato qualche volta, ma forse si è toccato anche le parti basse, perchè insomma, rinunciare così d’un colpo a un piatto di tagliatelle al ragù o a farsi portare la colazione a letto da una bella gnocca, direbbe lui un po’ svagato, “cioè hai capito…”.
“Vivere o niente” è il titolo del nuovo lavoro, in uscita il 29 marzo.
E come molti dei predecessori, parla una lingua semplice e universale, sempre con quell’urgenza di chi vuole cogliere l’attimo, perchè poi non si sa mai…
E parlare semplice pare sempre più difficile, in un mondo dominato da milioni di “assolutamente sì”, milioni di avverbi sparati per “niente”, per dribblare come pessimi Garrincha quell’impegnativo verbo, “vivere”.
(Max Cavassa)
28 marzo 2011
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