Phantogram, dream pop tra terra e cielo

Spulciando qua e là come un lupacchiotto che annusa il terreno mi sono imbattuto in un duo newyorkese che mi ha fatto rizzare il pelo: i Phantogram. Il primo approccio l’ho avuto con “When I’m Small” che è un pezzo paurosamente dritto: va avanti con una batteria alla primo-Beck, una chitarrina sixties tra l’easy e il garage e quel fruscio di disco che fa tanto trip-hop. Quasi una folgorazione. La voce di Sarah Barthel (che è anche la tastierista) è semplice semplice, il che è una benedizione rispetto a tutte le urlatrici con la fama di “brave cantanti” che ci sono in giro, e potrebbe – in senso lato – essere assimilata a quella di Margaret Fiedler (la cantante e multi strumentista dei Laika) con una timbrica meno sognante.

E non ho ancora detto la cosa più importante: i Phantogram fanno anch’essi un dream-pop di splendida fattura, giustamente sospeso tra terra e cielo in quell’esatto punto in cui si può iniziare a sognare.

MP3: Phantogram – “When I’m Small”

Il secondo approccio l’ho avuto invece con “Turn It Off”, che non ha fatto altro che confermare le buone impressioni già avute. Sul Tubo si trova una versione 50% live e 50% studio, che rende l’idea di come Sarah e Josh Carter (il chitarrista) suonino dal vivo, un duo che incrocia il dreamy con inserti electro movimentati.

I Phantogram hanno fatto uscire il 9 febbraio il loro primo disco, “Eyelid Movies”, su Barsuk Records (etichetta di Seattle, dei Death Cab For Cutie tanto per intenderci). Sarà da ascoltare bene perché qui ci sono tutte le carte in regola per essere un’autentica sorpresa.

(Paolo Bardelli)