JULIEN RIBOT, Vega (Ici D’ailleurs, 2008)

“Vega” di Julien Ribot è la dimostrazione che a volte non bisogna abbandonare un disco dopo un primo ascolto privo di grandi emozioni. Malgrado una deludente passata sullo stereo, ho deciso infatti di testarlo in auto. “Chissà – pensavo – che nel delirio del traffico non cambi qualcosa!?” Incredibilmente, un album apparentemente insignificante, si è trasformato in un inaspettato “viaggio labirintico” e ha preso quota.

L’apertura frenetica e trascinante di “Super Aaaah”, dal tratto sonoro decisamente pop-retrò, mescola egregiamente la percussività ripetitiva della batteria alla grana malinconica e sussurrata di Julien Ribot. Un po’ Bowie e un po’ Suede per intendersi, ma con una particolare propensione ad arrangiamenti prorompenti, dalle venature kitsch. Segue la convincente “Noveau chimpanzè”, una ballata che basso e batteria accompagnano in un ritornello trafugato, senza grandi sensi di colpa, dagli anni Sessanta e che proietta il traffico in un’atmosfera onirica e spensierata. È su questi due registri che si muove l’intero disco: quattordici tracce dalle quali emergono, per la particolare riuscita, i brani “Mon extraterrestre”, “Les Jardins de Boboli” e “La chambre renversée”. Un gioco di voci e fiati apre, sulla base ritmica di quest’ultima, spiragli fantastici di notevole respiro che mostrano il vasto immaginario dal quale si alimentano i suoni. Un mondo ben raccontato nel videoclip animato realizzato dallo stesso Ribot insieme a Philippe Massonnet e che trovate su youtube.

Il pianoforte appare e scompare lungo tutto il disco dando omogeneità all’impalpabile struttura. La chiusura è affidata alla suite elettronica in due atti “Vega Part. I” e “Vega Part. II”. Bella la prima, della seconda invece, avremmo potuto fare anche a meno.

“Vega” potrebbe essere pensato come la colonna sonora ideale di un antieroe moderno, che lascia correre la fantasia e adora tenere il tempo fuori dal tempo. Intendiamoci, pur se di pregio rimane musica da parati, ma di quella particolare fattura che può nascondere nuovi scenari e regalare piacevoli sorprese anche ai palati più raffinati.

Consigliato? Sì, ma solo in macchina. A casa farebbe solo da tappezzeria.

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