Italia Wave Love Festival 2007 (22 luglio 2007)

22 luglio 2007 – La giornata

My Awesome Mixtape (foto perronegro)

Non è un motivo musicale il più importante dell’ultimo giorno di Italia Wave, ed è bello che sia così. 22 luglio. Se infatti Carmen lascia con un persistente amarognolo in bocca per i motivi che vedremo dopo e nient’altro può sorprendere (se non la beata spontaneità giovanile dei My Awesome Mixtape), ecco che allora Italia Wave vale davvero perché si tinge di impegno civile con la tavola rotonda di Medici Senza Frontiere sulle “Crisi Dimenticate”. Alle 17, con il caldo che ancora attanaglia la tenda in cui è in appuntamento Socialwave, ne parlano Enzo Nucci (inviato Rai) e Sergio Cecchini (direttore della comunicazione di MSF Italia). L’iniziativa da presentare è di quelle che vorrebbero sottoscrivere tutti i cittadini che cercano di essere informati e a cui rimane un po’ di sale in zucca, e si chiama “Dimmi di più”: Medici Senza Frontiere hanno commissionato all’Osservatorio di Pavia di monitorare il tempo dedicato nei telegiornali alle guerre dimenticate, per inviare il rapporto finale ai direttori di tg assieme ad una raccolta di firme. Come a dire: guarda qui, scientificamente hai dedicato un milione di ore al delitto di Cogne e un minuto alla Cecenia. Bravo, eh? Sperando in una spirale virtuosa accesa magari da un direttore pentito (se qualcuno inizia a dare spazio a certe notizie, è probabile che anche altri organi di informazione comincino a parlarne, se non per convinzione almeno per l’omologazione imperante nei mass-media…). Aggiungiamo noi: basta, siamo stanchi del fatto che sia tutto infotaintment e le notizie siano date con il solo metro dell’appeal della news stessa. Ben vengano campagne del genere, noi di Kalporz le appoggeremo sempre senza riserve. Perciò se approvate l’idea andate su http://dimmidipiu.msf.it e firmate.

Dopo questa infervorata c’è meno voglia di raccontare di musica, però è il nostro dovere. Flash: lunga vita ai My Awesome Mixtape, i giovanissimi di Bologna sfoggiano sullo Psycho Stage un’elettronica intelligente (accompagnata da violino e tromba) senza complessi di inferiorità, che si definirebbe quasi “matura” se invece non fosse che risulta freschissima. Un melone ghiacciato. E anche con una fantasia grande così (una canzone parla di un calamaro gigante!). Passiamo al Main Stage: i siciliani Waines fanno gli ZZ Top trent’anni dopo e non attirano molto l’attenzione. Più argomenti di discussione ne dà Julie Feeney. Parliamone. Scusa, come si fa a mettere da sola su un palco così sterminato una che al massimo si potrebbe esibire in un pub di Galway? Che canticchia le sue melodie (peraltro azzeccate) con sotto solo un triste tappeto di tastiere? Va bene tutto il minimalismo che si vuole, ok che del tecnicismo ce se ne fotte, ma qui siamo sotto il livello minimo per definire qualcosa una proposta musicale. Sarà forse che lei è bellina, una Avril Lavigne irlandese con il vestito verde nazionalista che infiamma i cuori che battono per la Guinness e il Bushmills (e vista la lunghezza della gonna anche gli occhi si infiammano…), la ragione per cui le si è data questa inutile chance? Valenti è un mito ma ogni tanto toppa anche lui. Cambiamo aria al Global Stage, ci si rifà con Dj Click (Francia/Marocco), un dj che mixa di tutto dal flamenco alla musica orientale, con tanto di ballerine. Salutare per l’incrocio di culture che riesce a far aleggiare, in maniera moderna. A proposito di “world music”, c’è Bob Geldof. Italia Wave però si chiama “Love Festival”, no? Dunque diamoci un po’ al “love”. Mea culpa, Geldof non lo si è ascoltato, c’era chi ci distraeva e ci sembrava di essere al Festival dei Baci. Non giudicabile, come la temperatura di Campobasso, “non pervenuta”.

Il “love” passa e va, e ci si può concentrare su Carmen Consoli che è da tanto che fa reagire il nostro fisico in modo decisamente antitetico: battiti cardiaci amorevoli a volte che pretendono di abbracciarla e sinapsi maligne altre volte che vogliono allontanarla. Le seconde vincono in questa occasione: non basta suonare le canzoni cambiando la chitarra elettrica con una acustica per rendere le atmosfere acustiche. Quando Carmen rifà “Eva Contro Eva” è tutto ok, si sente che ora la sua indole è questa e gli arrangiamenti le vengono fuori così, leggeri e leggiadri. Però rifare i vecchi pezzi senza riarrangiamenti di sorta sperando che un solo cambio vari il climax, beh, questo è molto pretenzioso. Vinicio la sera prima ha stravolto tutto per rimodellare le forme. La Consoli ha solo castrato dei pezzi carichi. Esempi di “castrazioni”? “Per niente stanca” e “Matilde odiava i gatti”. Chiusura, è tempo di tornare a casa. Tranquilli e felici, che tanto il prossimo anno Italia Wave ci ridonerà emozioni e qualche bestemmia. Ci vogliono entrambe: senza queste ultime, le emozioni saprebbero di un po’ di meno.