Intervista a Giulio Calvino dei Candies

Candies saliranno sul palco di “Live in Kalporz” al Calamita di Cavriago (RE) sabato 17 gennaio. Il trio punk-rock è già al terzo tour tedesco, dimostrazione che lassù qualcuno sa che in Italia c’è vita oltre Ramazzotti e la Pausini. Giulio Calvino, voce e chitarra, in questa chiacchierata via email racconta dell’ultimo album “Dense waves make your eyes wider”, dei nuovi pezzi e del perchè masterizzare i cd non fa bene alla musica indipendente.


So che di recente avete fatto un tour piuttosto lungo in Germania. Che accoglienza avete ricevuto?

abbiamo fatto due tour in germania e ci apprestiamo ad iniziare il terzo tra 2 mesetti.. l’accoglienza è sempre stata molto buona, devo dire. non che in italia vada male… penso sia frustrante sentir sempre dire che all’estero tutto è meglio. anche in italia il pubblico è attento e muove il piedino, come piace a noi.

“Dense waves…” è uscito da quasi un anno, ormai. A mente fredda, c’è qualcosa che cambiereste, o siete ancora soddisfatti del risultato?

siamo ancora molto soddisfatti anche se ora le cose che ci stanno venendo fuori sono DRASTICAMENTE diverse. ci siamo tenuti dentro tutto fino a pochi giorni fa, quando è uscita una canzone nuova in maniera completamente inaspettata..

Il suono ruvido e molto diretto delle canzoni ha fatto parlare quasi tutti di Gang of Four, Fugazi, Television… cosa ne dici? Sono nomi che hanno influenzato il gruppo? E quali altri ascolti amano i Candies?

A me piacciono i fugazi e il catalogo dischord quasi nella sua interezza… anche agli altri penso.. gli ascolti, (posso parlare per me) in questo periodo sono orientati a 350 gradi. da justin timberlake agli orchid. molto hip hop, old school e new school, soul music e bossanova a pacchi.

Recentemente hai collaborato al disco dei Prague, ma nella veste, insolita per te, di batterista? Com’è andata? Ci sono state difficoltà nell’affrontare uno strumento diverso?

hm.. non molto. tieni conto che avevo già suonato la batteria durante un tour inglese di KILLING THE KILLER (chitarra e batteria) .. è lì che alessandro (prague) mi ha visto…. quando poi si è trattato di incidere il disco lui aveva in testa il mio suono di batteria, un po’ incompetente ma molto secco.. e mi ha chiesto di suonare nel suo disco..

Mi dai una spiegazione del titolo dell’album, e del perchè abbiate inserito un calendario del 2003 al posto del libretto del cd? Rischiava di diventare un calendario da tavolo…

c’hai preso in pieno, era questa l’idea. di creare un’oggetto da ufficio, con grafica elegante.


“Don’t burn CDs. Support the independent music scene”. E’ una dichiarazione chiarissima, all’interno del vostro disco. Qual è la situazione all’interno del panorama indie per un gruppo come il vostro? E la partecipazione al Tora!Tora! è riuscita ad aumentare un la vostra visibilità?

la situazione non è rosea, è sempre peggio, per tutti. oggi una persona di 28 anni con un lavoro fa fatica a staccarsi dai genitori, perchè la vita costa troppo. come diceva un caro amico, oggi ci si arrabatta. più che mai. non ci sono lavori fissi. non ci sono sicurezze. sia economiche che affettive. è tutto in preda alla frenesia della comunicazione/informazione. all’allontanarsi che tanto c’è la tecnologia che ci avvicina. in questo periodo, nel mezzo della rivoluzione digitale, anche la musica risente di questi scossoni e l’industria/le indies sono in crisi profonda. Dall’altra parte (c’è sempre un rovescio) è impressionante notare come un sottobosco di gruppi e persone riesca a fare le cose ancora con passione e vitalità. io preferisco questo attitudine, suonare nei salotti e nelle cantine tra amici e amici di amici piuttosto che su un grosso palco. il tora tora era un grosso palco. da quando abbiamo suonato al tora tora non è cambiato nulla, ma certo non ci aspettavamo nulla, e nessuno ci ha promesso nulla. era una data, sia per noi, che per manuel che ce l’ha proposta. certo lui è stato molto gentile a farlo perchè di gruppi buoni ce ne sono davvero tanti. del resto, come si fa a pensare che suonando ad una manifestazione cambi qualcosa… voglio dire, ci siamo trovati benissimo, ma a noi un’evento del genere non cambierà mai la vita… nemmeno mtv.. del resto l’ha cambiata ai karate? noi siamo solo hobbisti, e in questo abbiamo trovato un equilibrio. oggi, nel mondo, di musica, ci vivono poche persone. ma veramente poche. tutti gli altri, si arrabattano.