“Il primo singolo “Discotèque” stupì un po’ tutti. Forse la band irlandese stava esagerando nella sperimentazione. Dopo il suono sporco e industriale di “Zooropa”, il...
1959… un anno “forte” nella storia del jazz? Basta pensare a due titoli come “Kind of blue” di Miles Davis e “Mingus ah um” di...
La verità su Elliott Smith e sulla tragedia della sua morte è che noi non sappiamo nulla. Come ha scritto Philip Roth: “Perché le cose...
Un disco personale, ispirato e compatto, che racconta una New York a volte violenta e disperata, a volte malinconicamente solitaria.
Una buia caverna di suoni che ti inghiotte e ti risputa fuori solo dopo l’ultima canzone.
I sinistri presagi di scenari spiazzanti e poco convenzionali furono percepiti appieno dal Duca bianco, in quest’opera che ha il merito di avere un involucro...
Il disco della decisa svolta “irish” del gruppo di Mike Scott. La gestazione dell’opera è assai lunga (passano tre anni dal precedente “This is the...
L’inquieto Mike Scott torna alla ribalta con il vecchio marchio, dopo due episodi solisti piuttosto interessanti quanto sfortunati. E’ bene mettere subito in chiaro che...
Disco fondamentale del progressive, italiano e non. All’altezza dei migliori dischi inglesi. La possente e calda voce di Francesco Di Giacomo unitamente ai bei testi...
Un bentornato a Everlast, dopo il grande spavento di “Whitey Ford Sings the Blues”. Gran bell’album, ma finito tra camici e corsie di ospedale. Ora,...