THE HOLD STEADY, “Open Door Policy” (Positive Jams, 2021)

Ottavo album per gli Hold Steady, attivi dal 2003 e ultimamente tornati a sestetto con il rientro del tastierista Franz Nicolay che ha guidato la band verso sonorità r’n’r più ariose e springsteeniane, in cui si inserisce lo spoken word e i chorus trascinanti, con una forte identità provinciale che sposa le cause dei Clash. “Open Door Policy” è stato registrato con il produttore Josh Kaufman (Muzz, Taylor Swift) e D. James Goodwin – noto per l’approccio sperimentale e irriverente in studio. Il team è lo stesso che ha lavorato ai dischi di Craig Finn e a “Thrashing Thru The Passion” del 2019, che faceva dell’immediatezza il suo pregio (cinque brani usciti come singoli).

“Open Door Policy was very much approached as an album vs. a collection of individual songs, and it feels like our most musically expansive record,” spiega così la nuova direzione Craig Finn. “This album was written and almost entirely recorded before the pandemic started, but the songs and stories explore power, wealth, mental health, technology, capitalism, consumerism, and survival – issues which have compounded in 2020.” Il lavoro gioca le sue carte vincenti nella prima parte, da “Spices” con i riff potenti e il controcanto di Cassandra Jenkins e Annie Nero a “Lanyards”, un vero inno indie-rock che rimanda ai migliori Bright Eyes e Arcade Fire con uno dei testi più incisivi: The doctor said he only wants to help me make some better decisions/Went out around the 4th of July and I was back by Thanksgiving/I saw a few stars but I never made it into a movie/Still trying to make moves but I’m back in Independence Missouri. “Family Farm” suona come una “Thunder Road” dei nostri giorni, Nicolay nelle vesti di Roy Bittan e la sezione di fiati a fare il resto.

“Unpleasant Breakfast” sperimenta con funk e rnb mentre “Me and Magdalena” racconta un triangolo amoroso con le proverbiali citazioni musicali del gruppo (sparsi nell’album troviamo Talking Heads, Diana Ross, Van Halen, The Surfaris); “Riptown” pesca musicalmente dagli umori sudisti delle big brass band di New Orleans. Ascoltando “The Prior Procedure” troviamo la sfrontatezza degli Hold Steady di “Stay Positive” del 2008; l’altra faccia è rappresentata dal secondo singolo “Heavy Covenant”, “a song about travel, technology and human connection. It came out of two different music pieces that Franz Nicolay brought in, and with Josh Kaufman we combined them. It came together quickly and when our friends Stuart and Jordan came in and added the horns it really seemed to bring it together. To us, this song is a great indication of the band’s sound in 2021”.

Se unissimo i momenti migliori di “Open Door Policy” con cinque-sei episodi del disco precedente (“Epaulets”, “T-Shirt Tux” per dirne un paio) otterremmo forse il capolavoro degli Hold Steady.
Una band nella completa maturità, che ha ancora molto da dire e suonare.

72/100

(Matteo Maioli)