PERFUME GENIUS, “Set My Heart On Fire Immediately” (Matador, 2020)

My mission is always to get out of myself”: il racconto del quinto e ultimo album di Perfume Genius può iniziare da qui, da queste parole pronunciate in una sua recente intervista, e dalla sensazione di inconsolabile consapevolezza che emanano. Può darsi infatti che suoni come una eccessiva generalizzazione, ma nonostante questo ha comunque qualcosa di vero, scrivere che l’intera produzione del talentuoso produttore di Seattle faccia riferimento al corpo, al suo corpo di uomo e di artista. Un tema che nel corso delle canzoni e dei dischi è stato esplorato nei suoi molteplici significati: il corpo come il luogo in cui si manifestano i sintomi il morbo di Crohn, di cui Mike Handreas soffre dalla nascita; il corpo come dimensione emotiva, in cui si scontrano gli effetti di insolute difficoltà relazionali e affettive; il corpo come territorio di rivendicazione identitaria ed estetica, tanto sofferta quanto orgogliosa, tanto fragile quanto spontanea, della sua appartenenza alla comunità queer. Quello di Perfume Genius con la propria fisicità è insomma un rapporto che è stato – nonostante i risvolti più dolorosi, o forse proprio in natura di essi – linfa vitale, sostanza ardente, viva e propulsiva di arte. E tale continua ad esserlo, anche nell’ultimo suo lavoro, “Set My Heart On Fire Immediately”, nel quale Handreas prosegue la sua personalissima esplorazione di sé stesso.

Nel quinto album appena uscito per Matador prende vita la nuova trasformazione dell’autore, che a dieci anni di distanza dal disco di debutto ha saputo raccontare il suo universo contorto e sofferto sotto forma di ballad lofi al piano (“Learning”, 2010), drammatici struggimenti sentimentali (“Put Your Back N 2 It”, 2012), illuminanti e poderose rivendicazioni non solo sessuali in salsa pop (“Too Bright”, 2014) ed eterei e scintillanti barocchismi (“No Shape”, 2017”). “Set Your Heart On Fire Immediately” rappresenta la più recente evoluzione in questo percorso esplorativo, e segna un momento denso di significati per l’autore – non a caso, l’apertura del disco è affidata a due versi che soltanto pochi secondi dopo riusciremo a comprendere del tutto: «Half of my whole life is gone / Let it drift and wash away». Inizia così la prima traccia, “Whole Life”, una costruzione orchestrale di violini che sembra quasi essere posizionata lì per tentare di riallacciarsi all’ultimo album “No Shape”, quasi a riprendere un discorso interrotto. Ma quei versi sono in quella precisa posizione perché hanno il compito di raccontare altro da ciò che già conosciamo, e cioè la precisa volontà di allontanarsi da tutto quello che Perfume Genius ha incarnato finora. E infatti, pochi secondi dopo, ecco “Describe” col suo riff sporco, distorto, ruvido e polveroso, talmente inaspettato che quasi ferisce nella sua potenza espressiva. È il suono di un’esplosione, di un incendio che divampa, di un cuore che va a fuoco. Quello a cui assistiamo non è solo un momento cruciale dell’album, ma un effetto di espansione improvvisa che Handreas ha studiato attentamente, che ha codificato e che ripete altre volte nel corso dei cinquanta minuti del disco, senza mai perderne l’effetto di imprevedibilità espressiva. Un momento che è, in poche parole, una delle chiavi di lettura di questo “Set My Heart On Fire Immediately”: un lavoro che si alimenta della stessa materia musicale varia ed eterogenea di cui è composto.

In tutta la sua durata l’album regala infatti improvvisi shift di atmosfere e sonorità, calore e intensità. I testi donano di volta in volta alla musica un significato simile all’ossimoro: nella stesura dei tormenti emotivi, dei disturbi fisici e mentali o nel racconto di sofferenze affettive si passa dalle sonorità distese di “Without You” ai falsetti accompagnati dal clavicembalo in “Jason”, dal funky di “On The Floor” alle divagazioni erranti e oniriche di “Leave”, dai drammi ipnotici di “Just A Touch” al synth caldo e oscuro di “Your Body Chanes Everything” o alle ruvide chitarre che di “Some Dream” (qui un’altra di quelle esplosioni memorabili di cui sopra). Nell’interpretare ognuno di questi passaggi Handreas dimostra una maestrale dimestichezza, quasi paragonabile a quella di un ballerino di danza contemporanea che durante la sua esibizione trasforma il suo corpo assumendo di volta in volta varie forme e posizioni. Il paragone con la danza non è qui per caso: nel 2019 Perfume Genius ha infatti preso parte ad una performance coreografica co-diretta insieme Kate Wallich e intitolata “The Sun Still Burns Here”, ed è lui stesso ad ammetterne l’impatto decisivo sul suo ultimo album.

La forza muscolare che sprigiona da questo disco viene quindi da lontano, è il risultato di una fervente e insaziabile curiosità sperimentatrice, e rappresenta un nuovo e inedito capitolo nel racconto del rapporto con il proprio corpo. Più che cercare di evadere dalla sua fisicità, come accadeva negli album precedenti e nella citazione che abbiamo riportato all’inizio, in “Set My Heart On Fire Immediately” Handreas la mette alla prova, con tutta la fatica che questo sforzo richiede, cimentandosi di volta in volta in territori diversi o inesplorati. E non solo musicali, ma anche visivi, altrettanto importanti per quello che ha intenzione di comunicare: ve lo ricordate il modo in cui sentimenti come la rabbia e il dolore, l’amore e la sofferenza erano espressi prima di questo album? Quelle contorsioni intimiste di “Learning”, il cuore vibrante dentro a “Too Bright”? Vi ricordate il rossetto di “Hood”? I pattini di “Fool”? I lustrini di “Queen”? Le corse bucoliche e shakesperiane di “Slip Away”? Guardatelo ora, Mike Andreas, sulla copertina del disco, a torso nudo e macchiato di olio di motore, con quello sguardo feroce e battagliero. Guardatelo mentre si rotola a terra sporco di terriccio o mentre inscena una coreografia che assomiglia ad un duello all’ultimo sangue. Guardatelo, mentre per la prima volta affronta a viso aperto quegli immaginari mascolini e machisti che ha sempre avvertito repulsivi e minacciosi: ora addirittura li sfida, li incarna, e ne cambia radicalmente i connotati simbolici. È una conquista la sua. Una liberazione. È l’ennesima metamorfosi. Perfume Genius è di nuovo un’altra persona.

84/100

(Enrico Stradi)