Quando la voce si fa strumento : “Penalties of Love” di Sequoyah Murray


Il 3 maggio la Thrill Jockey Records pubblicherà “Penalties of Love”, nuovo EP del ventiduenne americano Sequoyah Murray, da sempre con l’anima e il corpo nelle sette note – figlio di un percussionista e di una vocalist, scrive e registra musica dall’età di quindici anni, ha partecipato alla Redbull Music Festival berlinese nel 2018.
Solo qualche tempo fa, in una vecchia intervista pubblicata dal sito WonderRoot nel 2017, alla domanda “suoni qualche strumento?” il giovane artista rispondeva, “Sì. La mia voce. Salto da una cosa all’altra in studio, ma la mia voce è il mio strumento principale.”
Oggi, aprile 2019, la replica di Murray suona più vera che mai : la title track di “Penalties of Love”, come già successo per “Blue Jays” (brano del 2018), è un climax vocale dalle sfumature profonde e intense, che viaggia su trame elettroniche tra falsetto e baritono. Molto melodico ma allo stesso stempo coraggioso, sperimentale. Potrebbe essere l’inizio di un percorso creativo tra pop, neo-soul, trip-hop, minimalismo. La playlist compilata recentemente per Spotify da Murray sembra, forse, voler tracciare idealmente alcuni dei punti di riferimento, delle influenze artistiche del musicista : da Sampha a Phoebe Snow, da Bjork a Kara-Lis Coverdale .


(Monica Mazzoli)