JONATAN LEANDOER127, “Nectar” (Year0001, 2019)

Un’opinione largamente condivisa tra il pubblico e la critica è che “probabilmente non vi sarà mai un album perfetto di Yung Lean”. Ben venga che sia così, è oramai difficile riuscire a trovare artisti di una certa fama che riescano a prendersi delle libertà d’espressione così ampie nonostante gli esiti imprevedibili a cui possano portare.

Jonatan Leandoer127 è un side-project del’artista svedese Yung Lean che ha visto il suo battesimo con l’album del 2017 “Psychopath Ballads”, un progetto estremamente tormentato ed oscuro in cui l’artista svedese riversò ogni sua paranoia e desiderio più recondito senza i filtri che si pone solitamente con il moniker più famoso. Da quel momento ha continuato ad usare Jl127 come parco giochi ove osare ed essere sè stesso, presentando via via brani sempre diversi e dalle sfumature sonore più disparate (dall’omaggio a Paradiso Perduto di John Milton “Katla” prodotto insieme a Palmistry, alla collaborazione con Dean Blunt in Fronto Kings).

In quest’ultimo lavoro troviamo un Jonatan molto più maturo e felice, che dà sfoggio di sonorità fortemente cantautoriali che aleggiano tra l’onirico romanticismo di Daniel Johnston ed arpeggi country alla Johnny Cash (che appare anche nel video del singolo estratto “Wooden Girl” su di un poster incorniciato d’ali angeliche), segnate da testi che portano alla luce incubi ed insicurezze sull’amore estremamente vividi ma che lasciano spazio anche a squarci di luce, come a voler mostrare finalmente la fine di un tetro tunnel.
Le imperfezioni vocali che accompagnano la voce di Lean sono ciò che più da forza all’intero progetto, un tocco di realismo brutale che permette di permeare all’interno delle sue storie e della sua persona, senza il quale non otterrebbe quello spaccato di splendore e tenebra che da sempre caratterizza ogni suo brano.

Riprendendo le sue parole all’inizio del video del singolo “Friday the 13th” :”I wanted to have burning wings like Lucifer and I wanted to burn trought life like Marlon Brando”. Ogni fiamma dà luce e proietta ombra, così anche questo album così luminoso ci dona un nuova antitesi di un personaggio spesso poco compreso ma che si spera possa continuare a creare e progredire artisticamente

 

75/100

Duccio Pisoni