ARMAUD, “How To Erase A Plot” (Lady Sometimes Records, 2015)

unnamed Paola Fecarotta è una polistrumentista e cantante romana di stanza ad Amsterdam, e proprio nella Venezia del Nord concepisce il progetto Armaud. Nome che viene dal cognome della nonna paterna di Paola, “Armò”, che originariamente si editava “armaud”, una parola morbida dal grande significato affettivo. Il trio formatosi con Marco Bonini dei Mamavegas e Federico Leo è responsabile di questo disco d’esordio su Lady Sometimes Records. Paola ha iniziato a scrivere le sue canzoni, chitarra acustica e voce, già nel 2014: le strutture folk di matrice intimista, già pronte a resistere al tempo e alle stagioni, hanno trovato una loro spazialità e ricchezza grazie a delicati arrangiamenti elettronici e ritmiche trip-hop della modalità full band. Ne risulta un prodotto intrigante quanto basta nelle sue dieci tracce, e dal respiro trasnazionale.

I brani di “How To Erase A Plot”, ispirati a momenti realmente vissuti, si presentano in gran parte sotto forma di lullabies catartiche, rielaborazione di trame in down-tempo, come si evince dalla fascinosa title track che mi ha ricordato nell’arrangiamento l’ultima produzione dei Sacri Cuori; l’aspetto emozionale e dreamy (“Him”) nel progetto Armaud ha per ora la meglio su quello tematico ma le premesse ci sono tutte per una crescita anche da questo punto di vista.
L’uscita del lavoro è stata anticipata da “Patterns”, una batteria che marcia dritta verso un basso potente, con la chitarra a dettare il tempo del cantato etereo della Fecarotta. “Common Prayer” entra di diritto nel canzoniere indipendente al femminile degli ultimi anni (Mimes of Wine, Thony) arricchita della tensione dei Daughter e di riferimenti post-rock. Inserti di trombe, come di loop elettronici scuri e chitarre in feedback nella fenomenale “Song For Lovers”, elevano il livello qualitativo dell’album, comunque garantito da una interprete sicura dei propri mezzi, che sposa nelle sue canzoni Elizabeth Fraser con Four Tet.

La realizzazione come nuovo singolo della cadenzata “Ablaze” chiude il cerchio ponendosi ad emblema del disco tutto. Un flow che abbiamo apprezzato e che speriamo di riassaporare in un universo tematico ancor più grande.

72/100

Matteo Maioli