HERBA MATE, “The jellyfish is dead and the hurricane is coming” (2010)

Lo ammetto, è trascorso più tempo di quello previsto dal primo ascolto del disco alla seguente recensione. I motivi sono due e li riassumo brevemente.
1. Il fatto che sia un disco stoner: nessun pregiudizio sui dischi italiani, anzi ho notato con piacere ottime uscite negli ultimi anni. Le prevenzioni erano proprio sul genere, da vari anni lo seguo abbastanza appassionatamente e mi sono capitati tra le mani dischi interessanti e altri assolutamente pessimi;
2. Il tempo per sedersi e scrivere: in questa società sempre più frenetica, che ci impone spesso e volentieri i suoi tempi, trovare lo spazio per immergersi in un lavoro e carpirne le sensazioni è impresa sempre più difficoltosa.
Perché queste due postille? Semplice, gli Herba Mate hanno registrato un bel disco, sia a livello musicale che di produzione. E, soprattutto, perché “The jellyfish is dead…” richiede tempo e ascolti per poter metabolizzare correttamente i suoi 44 minuti.
Andrea, Alessandro e Ermes vengono da Ravenna, ma al sole Adriatico preferiscono quello del deserto, al calore romagnolo preferiscono il tetro suono generato da diverse combriccole di stonati a cavallo tra gli ’80 e ’90, con capostipiti quali Kyuss e Sleep (pur tra mille differenze l’uno con l’altro).
Gli Herba Mate sono il filo conduttore tra le prime esperienze di Josh Homme, e il suo gruppo più commercialmente famoso, ovvero Le Regine Dell’età Della Pietra.
La differenza, rispetto ai migliaia di gruppi già dediti al genere, è quella di non plagiare quello che Garcia e compagni fecero due decenni fa.
In “The jellyfish is dead…” lo stoner è contaminato da ottime jam psichedeliche, a discapito delle linee vocali che si perdono nei svariati cambi di tempo, quando non sono del tutto assenti: un esempio è “Bugs”, con quel suono così smaccatamente “Rated R” e sicuramente uno degli apici dell’album.
“Imargem” ci sballotta tra vortici lisergici e distorsione feroce; l’ottima “Aragosta vs. Panther” e “**” mi rimandano ai QOTSA dei tempi migliori e ai sottovalutati Fatso Jetson; “Sputnik” regala l’acustico bacio della buonanotte, facendoci dimenticare che questo disco è stato registrato a Predappio, e non al Rancho De La Luna.
A titolo informativo ricordo che gli Herba Mate fanno parte di un collettivo chiamato “idea4usonly”, dedito al supporto di band e all’organizzazione di eventi musicali e artistici.

(Matteo Ghilardi)

25 novembre 2010

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