MICHAEL FAKESCH, Dos (!K7 / Audioglobe, 2007)

Chiuso il capitolo Funkstörung Michael Fakesch cambia compagno e si presenta con un nuovo lavoro. “Dos”, album scaturito dalla collaborazione con il vocalist Taprikk Sweezee, suona molto vicino all’ultimo Prince di “3121”. Anche a sforzarsi per non farsi scappare un simile paragone è quasi impossibile sfuggire all’impressione che ci regalano le prime battute di “Escalate”.
Ampliando il campo dei confronti e ascoltando con attenzione ci troviamo davanti ad una serie di tracce che cercano di mantenersi in equilibrio tra alcune delle espressioni della musica elettronica black (Vickter Duplaix, Steve Spacek, Ursula Rucker) e le più sterminate frontiere dell’applicazione digitale. Possiamo tranquillamente parlare di una decisa virata verso il soul di un suono che ha nelle proprie radici la storia dei Funkstörung.

Ci troviamo immersi dunque nel funk elettronico di “Soda”, assorti nei digitalismi di “Blackbird”, dondolati nei beats gommosi di “Complicated”. Avvolti negli scratchismi abstract di “Don’t Stop”, sfidati dalla violenza mettallica di “Left”; destati dal beatbox in “Give It To Me”, disorientati dalle architetture sbilenche di “I Want It” e “On The Floor”.

Piacevole e ben calibrato, “Dos” contiene 48 minuti di insolenza elettronica vestita con i panni della black music. Diciamo pure che l’ex Funkstörung non si mostra per niente impreparato nell’intraprendere (forse) definitivamente il suo cammino lontano dall’ex compagno Chris De Luca. Il suo è un suono non proprio originalissimo, ma, alimentando il proprio gusto per la contaminazione, Fakesch potrebbe essere in futuro capace di creare qualcosa di più di un album discreto.

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